di Sonia Scarpante *
La donna,
di fronte alle minacce e alle violenze
(Commento di Angelo Perrone)
Ascolta i suoi passi, vigila su lui. E che non sia fango
quello in cui ti getta con il suo sguardo.
Agisci con le membra
quelle con cui cercavi protezione
sfida la sorte e il suo desio
e rifuggi da ammiccamenti
che rapiscono l’idea di un corpo saturo,
smembrato da mille vilipendi.
Armati di coraggio
e sii impudente
perché la vita detta sentenza
solo a chi soggiace ad essa
senza voluttà di forza.
Incatenalo con la tua ombra
e vanifica il suo sospiro
che possa perdersi
nei rumori di una guerra assordante
guerra in cui dovrà riviversi
per poter imprimere
le sembianze in una terra
che sa di donna.
(ap) Non solo
l’aggressione fisica di un uomo contro la donna, né la sua forma più estrema,
il femminicidio. La violenza di genere include vessazioni di ogni tipo, dal
ricatto economico alle minacce, dalle molestie sessuali agli atteggiamenti
persecutori. Ripetuti nel tempo, compiuti da uomini diversi per età, condizione
sociale, nazionalità, etnia, che non sono mostri e neanche sconosciuti, spesso
sono i partner e gli ex a compiere più frequentemente le forme di violenza
fisica e gli stupri.
La percezione sociale
del fenomeno ha conosciuto fasi alterne, diventando oggi un’emergenza per la
salute e la sopravvivenza di molte donne. Vicende che non identificano soltanto
storie di frontiera. Una riflessione sugli attori e i luoghi della violenza incrocia,
quando si rifugga dalla retorica del pericolo e dal panico morale derivante
dall’insicurezza, il tema critico della accessibilità del corpo della donna, e
quindi dell’immagine dell’altro come soggetto diverso e distinto.
La deriva inizia con lo stravolgimento
del legame con l’Altro nell’assenza di riferimenti orientativi di fronte alla
crescente offerta di oggetti di godimento, tra i quali è impropriamente
inserito – senza il necessario consenso e quindi senza alcun limite - il corpo
della donna, di ogni donna. Sino al consumo famelico che si compie nella
violenza. In esso, alla fine, si smarrisce – per l’assenza del rispetto verso
l’altro – anche il senso della soggettività maschile, che non può prescindere
mai dalla costruzione di relazioni di riconoscimento reciproco.
* Sonia
Scarpante dirige:
www.lacuradise.it
www.soniascarpante.it
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