La bellezza delle note
musicali e non solo: tanti sono i raggi di sole capaci di darci calore
di Marina Zinzani
C’è
un libro di Romain Rolland che parla della vita di Beethoven. Una frase sembra
raccogliere l’essenza della vita di questo uomo:
«Un
essere disgraziato, povero, infermo, solitario, il dolore fatto uomo, un
escluso dalla gioia del mondo, crea la Gioia per donarla ai suoi simili, la
foggia con la propria miseria, come lui stesso ha detto attraverso queste fiere
parole, che riassumono la sua vita e rappresentano il motto di ogni anima
eroica: “Durch Leiden Freude”. La gioia attraverso la sofferenza.»
Durch
Leiden Freude. Non dimentichiamo la sordità degli ultimi anni di Beethoven, la
mancanza della dote principale per un musicista, ma questo non gli ha impedito
di udire la musica provenire da un altro mondo. «Non vi è nulla di più bello
che avvicinarsi alla Divinità e diffondere i raggi sulla razza umana», scriveva
lui.
Dopo
tanti anni, dopo guerre, eventi che hanno capovolto nazioni, valori, dopo
l’errare dell’uomo in strade impervie, trovando spesso solitudine, i raggi
della musica di Beethoven ci illuminano ancora, la razza umana mantiene nel suo
cuore la capacità di emozionarsi con una sua sinfonia.
Dio
ha scelto spesso gli ultimi per parlare: potremmo pensare anche a Leopardi, a
tutti quegli artisti morti in povertà, perduti nelle loro vite inquiete e
dannate. Nei percorsi che hanno fatto, attraverso la sofferenza, hanno trovato
la Gioia e ce l’hanno donata, sotto forma di una musica, di un libro, di un
quadro.
Diventano
bussole queste opere, e non permettono di perderci in questi anni difficili. I loro
raggi ci riscaldano ancora in fredde sere d’inverno, l’inverno spesso
quotidiano dove si cerca un minimo raggio di sole.
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