Si chiamava “ascesi” mistica, è diventata
semplicemente “anoressia”: il sogno di cambiare a tutti i costi
di Paolo Brondi
Per molte donne, un distacco implacabile verso ogni
bisogno terreno, compreso quello del cibo necessario alla sopravvivenza. Accadeva
nel medioevo, per raggiungere la santità. Allora, la rinuncia, voluta ed
estrema, del cibo non era la moderna anoressia, ma ascesi, ossia un sacrificio
indispensabile per incontrare Dio.
Oggi un nuovo Dio ispira le scelte: i mass media insegnano che una ragazza è carina,
ricercata e apprezzata, se magra. L’industria specula sul dimagrimento lanciando
l’idea che: “E’ possibile modificare il proprio corpo a piacimento”.
Le esperienze primarie, connesse
all’interazione con le figure d’attaccamento, portano allo sviluppo di copioni
mentali volti a favorire il dimagrimento: “Mio padre ha sempre
fatto grosse differenze fra me e mia sorella. Per lui mia sorella era bella,
magra, brava”.
Nell’età critica
dell’adolescenza, questi messaggi destabilizzano e il sogno della magrezza, crea
sogni ed ansia. La disistima, la preoccupazione estrema per il peso
e le forme corporee, la ricerca del perfezionismo spingono le donne ad ambire a forme eteree e a
cercare il controllo assoluto sul cibo.
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