Non solo l’amicizia, anche la cortesia, un semplice gesto confidenziale
o un saluto sono una vera fortuna
di
Marina Zinzani
La
capacità di vedere gli altri. Grazia Deledda, durante le sue estati a Cervia, sovente incontrava un uomo bizzarro, uno
stagnino. Era anche gobbo. Incuriosita da quell’uomo, che
cortesemente salutava, gli dedicò un elzeviro su un giornale. L’uomo, soprannominato Trucolo, le scrisse un biglietto per ringraziarla.
Piccolo
aneddoto scritto su una lapide a Cervia, città che conserva amorevolmente le
tracce del passaggio di Grazia Deledda. Trucolo le ispirò poi il racconto “La
fortuna”, che finisce con parole quasi liriche sulla preziosità degli incontri.
“Perché io ti amo, piccolo gobbo
della mia strada… È questo che tu pensi; lo so; sì, ma alla superficie, in
fondo, bene in fondo, entrambi pensiamo alla casa del sole, donde tu vieni,
alla casa del mare, donde tu vai: sembrano tanto lontane, eppure ci siamo già
dentro, piccolo gobbo, e la nostra mano ha già afferrato la vera fortuna:
quella dell'uomo che ama il suo simile.”
La
capacità di vedere gli altri e l’essere arricchiti da un incontro: cosa forse
abbandonata, sono brutti tempi, si fa fatica a dare confidenza. Ma alzare gli
occhi ogni tanto, e gioire dello sguardo di un proprio simile, dire “Buongiorno”,
sorridere ad uno sconosciuto, apre porte dimenticate, quando un tempo sembrava
tutto più facile, più semplice, e ci si sentiva meno soli.
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