Difficile ritrovare quelle parti di sé
andate perdute nel corso della vita
di Bianca Mannu
Da lei qualcosa si staccò
come organo esule - da lei -
in cerca d’un corpo ad hoc …
Lei lo inseguì lo superò
volgendosi a guardarlo … mh?
Un modo di aspettarlo
per fissarselo sul dorso
come si fa con lo zaino
all’inizio di una gita
Un impeto e un moto
ignoti nel germe e nel destino
che lei - a sorsi e morsi - inghiotte
ora e per sempre come propri
Pari a un’ameba ignara
connivente con il tutto e con il
niente
dimenerà torso e appendici
cucendosi a toppe e lune
sensi e senso
per fabbricarsi il - giusto? -
tempo di esercizio
atto a scovarne il mistero e le
ragioni
o contrarne appena il vizio
Sì, durante l'esistenza qualcosa si perde,ma capita anche che si acquisisca qualcosa:per esempio esperienza, senso dei propri limiti...
RispondiEliminaMa questa composizione non si occupa di ciò. Qui il problema è la creazione patriarcale del modello di femminilità a cui ogni umano femmina ha dovuto uniformarsi fin dalla nascita. Pensiamo a questo tratto: tu terrai le gambe ben strette e terrai nascosto il tuo sesso in quanto segno osceno e negativo. All'opposto il maschietto non solo non avrà problemi a mostrare i propri genitali, ma incontrerà spesso chi lo loderà per essi e li vivrà come emblema di forza, di aggressività, di stima sociale. Le stesse cose possono dirsi rispetto alla vivacità intellettuale negativa e sfrontata nella femminuccia, necessaria importante lodevole in un maschietto. Operazioni consimili avvenivano ad opera di tutte le componenti sociali sotto il controllo dei corpi educativi intermedi (madri, padri, preti, suore, predicazioni religiose, ecc.) avevano lo scopo di selezionare i caratteri desiderabili nei generi, di modo che venisse tutelato in tutti i campi importanti il primato maschile assicurando ad esso l'acquiescenza femminile. La molla interiore a scrivere un tale testo non si attiva in virtù di una considerazione astratta, ma nasce dalla diminutio, dal disagio che nasce dalla coartazione,dalla repressione e dallo spostamento psicologico delle pulsioni fondamentali e dalla sofferenza determinata dall'azione depressiva.
Anche in mancanza di questa illuminante e profonda spiegazione, dal tuo testo sale, prepotente,a pugni alzati,una protesta.Sembri parlare con te stessa o per meglio dire con una te stessa che nel tempo è diventata specchio dell'umanità lasciata fuori di te.E nel tuo discorso a muso duro,dici quanto c'è da dire,senza più paura o remore.
RispondiEliminaNo, la poesia non è per tutti.Bianca Mannu mi rende ogni volta orgogliosamente felice di appartenere alla schiera di coloro che colgono e sentono e capiscono al di là della logica,al di là della cultura.Io stessa non so dire come si sia affinata ,attraverso l'alchimia delle parole,la comprensione prima,quasi primitiva.
RispondiEliminaSì, Angela, sono quella coi pugni alzati forse più per ricordare a me stessa che cosa non dovessi più accettare neanche nel pensiero. Se non che molto di ciò che non avrei voluto essere si era già insediato nell'inconscio super egoico e ho pagato un pedaggio lungo una vita.
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