Gli stereotipi si sommano a storie di dominio dell’uomo sulla donna
di
Paolo Brondi
Ogni
giorno si rinnova la credenza, evidentemente introiettata in ogni fibra dell’inconscio
collettivo e individuale, che la femmina è meramente percepita, mentre la
mascolinità emerge come potenza e gloria del corpo e la parità di genere è solo
retorica. Questa diarchia si sostanzia, quotidianamente, attraverso la violenza
simbolica che colpisce le donne.
Gesti,
parole, attributi, cenni del capo o movimenti degli occhi. Critiche denigranti sul
modo di vestirsi, di truccarsi, di come si siede, cammina: tutti aspetti usati
con indifferenza, ma in cui, a ben vedere, sono ravvisabili antinomie
sessualmente costruite dal dominio del maschio sulla femmina.
Tutti
stereotipi che consolidano immagini negative per la donna: sono deboli, non
sono virili come i maschi, dunque sono degne di soccombere. Tali stereotipi sono
ben radicati in tutti gli ambienti, dalla scuola, agli ambienti sociali, al
contesto lavorativo! E’ una situazione che talvolta esplode: quando la donna
prende coscienza dei segni della violenza simbolica e comincia a difendersi, ad
essere autonoma, allora il maschio, denudato della sua virilità, nega la donna
e la uccide!
analisi purtroppo, perfettamente aderente.
RispondiEliminaGrazie Professore.