I fantasmi che accompagnano le
ultime ore della notte
di Bianca Mannu
Intemperante e vano gialleggiare
di presunta primavera addosso
a prode che s’accompagnano - umide
e senza cagione dimesse e gentili -
all’asfalto avverso della statale
Piomboso asfalto che guizza
convulso piombo che schiocca
al succhio sbrigativo - ma pugnace -
d’infocati pneumatici lanciati
Piombo che si dipana. Fuso piombo
lucido e selvaggio - sotto il
mortale
disappunto delle pupille spente
e l’abissale tocco della notte
che - pur inoltrandosi - non matura
Dove sfoci e perché nessuno chiede
né perché schizzi via obbediente -
come serpe nastriforme di cadmio -
agganciata a volubile puleggia
che - non percepita - in un’altrove
di senso caduco lesta trascina
E - in alto - un cielo ammutolito
smuore dentro una tenebra di vetro
dentata d’intermittenze rosseggianti
che l’ingordo orizzonte trangugia
e restituisce in pallidi riflessi -
del pallore dei moribondi lumi -
tra siepi d’ombra – alte - nel
crepitare
sordo d’alti tralicci - aggrumato
sul ciglio del ricordo d’andature
ansanti fra erbe plebee che
l’inverno
gratuitamente scaldava sognandosi
primavera e – sognando - irrorava
di smeraldina rugiada
Ora di neri cipressi siepi irte
sui bruni crinali stanno dei campi -
e spedite s’approssimano - dense
di feroci minacce per gli accesi
mattini - al fuoco dei sogni sognati
sull’incipit di brevi notti stellate
E sulle astridi gialle - giallamente
esposte all’insulto rinnovato
dei roventi sbuffi delle marmitte -
incidono le loro carni d’ombra
e passano come pettini
infra
scarmigliate matasse di nubi
gravide e
violastre e - ciocca per ciocca-
ne strappano le
più livide frange
per quel vento
che sguscia –ladrone -
sibilando dalle
bocche vallive
E tu là
sei cuore mio - abbattuto
animale di
lacera carne fumante –
come di cane o
di gatto che abbia
inconsultamente
- sai? - violato
i chiusi confini
del proprio isolato
Non attirare nel lucido asfalto
RispondiEliminagli aromi del biossido di azoto
o truppe dei monossidi l’assalto
ne dell’ozono il velo sottovuoto
con profumi di cadmio e di cobalto
plastiche che gareggiano nel nuoto
con mercurio arsenico e petrolio
danneggiando un proficuo monopolio.
Quando il nostro frusto io psichico intravede e percepisce il fuori come un di dentro di orrori, allora si dà come ambiguo estraneo e immanente un reale spalmato sulle tristi abitudini quotidiane.
RispondiEliminaGrazie, ineguagliabile Shardana.