venerdì 19 giugno 2020

Perché rimuovere un genere?

La disparità nei confronti delle donne è rinuncia ad esplorare il mondo complesso che il genere femminile rappresenta: che lo riconoscano gli uomini è un buon segno


di Sonia Scarpante *

Secondo la psicanalisi, si rimuove ciò che provoca turbamento o disagio. Il razzismo ha anche forme dolci, perfino innocenti, che sono le più subdole e più diffuse. Che qualche maschio cominci a far notare l’evidenza, come ha fatto di recente Michele Serra su Repubblica, e parli di rimozione di genere vuol dire che la tradizionale divisione dei ruoli comincia a essere meno funzionale, più sterile, più povera.

Una forte disparità emerge sempre più nelle varie categorie sociali e professionali, dove la donna appare in trincea e meno legata alle sue competenze. Perché non imparare ad esplorare queste competenze? A metterle al servizio del sociale, della relazione come cura e crescita di valore aggiunto? Che cosa manca a molti uomini per non ampliare questa veduta? Che cosa temono molti uomini per non riuscire a fare emergere la necessità di aprirsi alle pari opportunità, ad intravedere pari possibilità di crescita?
Il rapporto è sempre uno ad uno, due persone che si affiancano, la relazione femminile - maschile contrapposta e valoriale perché attraverso la differenza, l’alterità andiamo a conoscere e interpretare un sapere più ampio. Abbiamo superato le epoche feudali, un sano orgoglio dovrebbe emergere per sviluppare uguali opportunità e appartenenze, o vogliamo sempre indietreggiare all’era della clava?
Quanto può insegnare una donna dal punto di vista delle relazioni e della intelligenza emotiva? Possiamo evolvere insieme o dobbiamo tenerci attaccati a stereotipi di società arcaiche, maschiliste, dove valgono consumismo, egoismo, sfruttamento? La dedichiamo una buona cifra della vita a salvaguardare la forza e le capacità delle donne? Quanti sono gli uomini coraggiosi come Michele Serra che auspicano una società più democratica e inclusiva?
Mi chiedo: cosa posso fare per spendermi a favore di una cosa giusta? La mia inclinazione rimane la scrittura e allora la seguo, mi faccio forgiare da essa per esprimere un dissenso, altre volte come questa un desiderio che vorrei diventasse debordante, unanime, incalzante. Domani o dopo vorrei leggere nomi e commenti di uomini che sostenessero la difesa di una democrazia più influente e in grado di creare condivisione, coesione, onda trasformativa.
Un volo di farfalle ad ampio giro che va stimolato, accentuato perché il bisogno che cogliamo nelle varie categorie sociali è alto, sempre più alto. Se dobbiamo veramente cambiare non possiamo rinunciare a questa trasparenza, a questa lungimiranza. Gli uomini più ricchi sono proprio questi, quelli più avanti culturalmente, proprio questi che prendono posizione per quella metà del cielo che è anche loro, che sentono il disagio su di sé per un mondo ancora troppo pieno di divisioni, di incongruenze, di personalismi a scapito di ricchezze reciproche più feconde.
E le donne, lo sappiamo bene, sanno esprimere ad alti livelli questa ricchezza feconda, basta darsi e dare loro fiducia. Se manchiamo in questa fiducia è perché realmente manca qualcosa in noi.

* Presidente dell’Associazione La cura di sé

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