La disparità nei confronti delle donne è rinuncia ad esplorare il mondo complesso che il genere femminile rappresenta: che lo riconoscano gli uomini è un buon segno
di Sonia Scarpante *
Secondo
la psicanalisi, si rimuove ciò che provoca turbamento o disagio. Il razzismo ha
anche forme dolci, perfino innocenti, che sono le più subdole e più diffuse. Che
qualche maschio cominci a far notare l’evidenza, come ha fatto di recente
Michele Serra su Repubblica, e parli di rimozione di genere vuol dire che la
tradizionale divisione dei ruoli comincia a essere meno funzionale, più
sterile, più povera.
Una forte disparità emerge sempre più nelle varie categorie sociali e
professionali, dove la donna appare in trincea e meno legata alle sue competenze.
Perché non imparare ad esplorare queste competenze? A metterle al servizio del
sociale, della relazione come cura e crescita di valore aggiunto? Che cosa
manca a molti uomini per non ampliare questa veduta? Che cosa temono molti
uomini per non riuscire a fare emergere la necessità di aprirsi alle pari
opportunità, ad intravedere pari possibilità di crescita?
Il rapporto è sempre uno ad uno, due persone che si affiancano, la
relazione femminile - maschile contrapposta e valoriale perché attraverso la
differenza, l’alterità andiamo a conoscere e interpretare un sapere più ampio. Abbiamo
superato le epoche feudali, un sano orgoglio dovrebbe emergere per sviluppare uguali
opportunità e appartenenze, o vogliamo sempre indietreggiare all’era della
clava?
Quanto può insegnare una donna dal punto di vista delle relazioni e della
intelligenza emotiva? Possiamo evolvere insieme o dobbiamo tenerci attaccati a stereotipi
di società arcaiche, maschiliste, dove valgono consumismo, egoismo,
sfruttamento? La dedichiamo una buona cifra della vita a salvaguardare la forza
e le capacità delle donne? Quanti sono gli uomini coraggiosi come Michele Serra
che auspicano una società più democratica e inclusiva?
Mi chiedo: cosa posso fare per spendermi a favore di una cosa giusta? La
mia inclinazione rimane la scrittura e allora la seguo, mi faccio forgiare da
essa per esprimere un dissenso, altre volte come questa un desiderio che vorrei
diventasse debordante, unanime, incalzante. Domani o dopo vorrei leggere nomi e
commenti di uomini che sostenessero la difesa di una democrazia più influente e
in grado di creare condivisione, coesione, onda trasformativa.
Un volo di farfalle ad ampio giro che va stimolato, accentuato perché il
bisogno che cogliamo nelle varie categorie sociali è alto, sempre più alto. Se
dobbiamo veramente cambiare non possiamo rinunciare a questa trasparenza, a
questa lungimiranza. Gli uomini più ricchi sono proprio questi, quelli più
avanti culturalmente, proprio questi che prendono posizione per quella metà del
cielo che è anche loro, che sentono il disagio su di sé per un mondo ancora
troppo pieno di divisioni, di incongruenze, di personalismi a scapito di
ricchezze reciproche più feconde.
E le donne, lo sappiamo bene, sanno esprimere ad alti livelli questa ricchezza
feconda, basta darsi e dare loro fiducia. Se manchiamo in questa fiducia è
perché realmente manca qualcosa in noi.
* Presidente dell’Associazione La cura di sé
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