di Cristina Podestà
Ogni tanto un dolore si posa sul fondo del cuore e si assesta, diventa sordo e lascia respirare chi lo possiede. La persona riprende fiato, torna un poco a vivere, si lascia andare a un sorriso, a una burla, a uno scherzo.
La vita si dipana, i giorni trascorrono e si va avanti, con qualcosa di buono, qualcosa di bello e altre cose meno gratificanti.
Silenziosamente il dolore riposa come stanco, e affievolisce la sua forza, la sua enfasi! Esso trascorre latente, ma presente, in ascolto, in attesa, silente e profondo, ben nascosto, coperto e tutto scorre, “panta rei” come dicevano i nostri antenati greci.
Poi qualcosa lo sveglia, un giorno, d’improvviso. E così riprende il suo posto, riparte, si fa spazio nelle pieghe dell’anima.
Allora bisogna essere pronti ad accoglierlo ben muniti di armi e voglia di combatterlo! Così verrà tenuto a bada, sotto controllo e, con arte e attenzione, si potrà ben presto rimandarlo indietro, come un pacco non gradito, come una lettera rispedita al mittente.
È il corso delle cose, è la vita! Una altalena di gioie e dolori penetranti o sopiti, ma sempre dentro di noi che, in qualche modo, fanno compagnia. Volente o nolente.
Poi qualcosa lo sveglia, un giorno, d’improvviso. E così riprende il suo posto, riparte, si fa spazio nelle pieghe dell’anima.
Allora bisogna essere pronti ad accoglierlo ben muniti di armi e voglia di combatterlo! Così verrà tenuto a bada, sotto controllo e, con arte e attenzione, si potrà ben presto rimandarlo indietro, come un pacco non gradito, come una lettera rispedita al mittente.
È il corso delle cose, è la vita! Una altalena di gioie e dolori penetranti o sopiti, ma sempre dentro di noi che, in qualche modo, fanno compagnia. Volente o nolente.
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