di Cristina Podestà
Quando tutto cambiò aveva circa 12 anni. Non era stata felice fino a quel momento, ma nemmeno il contrario. Aveva un suo posto nella vita anche se nessuno parlava di lei, era come invisibile. Poi tutto cambiò.
Quella mattina la mamma era uscita per andare al lavoro, e non aveva fatto ritorno. Era corsa col padre a cercarla, col naso premuto contro il vetro posteriore, ma non l’avevano trovata in alcun luogo a loro noto.
A sera aveva appoggiato la guancia sulla spalla di papà e aveva ingoiato lacrime segrete, mentre lui la consolava in silenzio, accarezzandole la mano.
Il giorno successivo erano arrivati i carabinieri mentre lei era ancora a letto e aveva sentito parole sommesse e taglienti.
Mentre il padre saliva le scale, il cuore di Erika pulsava forte forte. Con parole dolci e convincenti le aveva spiegato che la mamma se ne era andata altrove, che aveva scelto di vivere una vita diversa, dove loro due non ci sarebbero stati.
Aspettava un figlio da un altro uomo, che aveva deciso di seguire in un’altra città, e qualche volta la sarebbe venuta a trovare, ma la loro esistenza sarebbe cambiata e avrebbero dovuto riorganizzarsi una quotidianità in due, non più in tre.
La paura di Erika che alla madre fosse successo qualcosa di peggio, le fece accogliere la notizia con un poco di sollievo: era viva!
Ma i giorni seguenti, la tristezza del papà, il suo dolore e la solitudine le fecero capire che non sarebbe stato per nulla facile.
E fu così che, momento dopo momento, con grande fatica ma rapidamente, Erika finì di essere una ragazzina e, suo malgrado, divenne una donna, adulta e consapevole.
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