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La parola

Le parole aprono e chiudono porte: dono e potere


di Marina Zinzani

Diventa sempre più difficile col tempo capirsi. Le parole sono ostacolate, non escono, e neanche c’è l’abitudine, l’abilità, per comunicare. E forse non ci sono stati veri insegnamenti ad usarle bene.
Le parole si perdono, ne emergono solo alcune, semplici, troppo semplici, e a volte si ha poca voglia di usare anche quelle. Fra innamorati, quando cala un velo oscuro, le parole non riescono più a sintetizzare uno stato d’animo, sono difficile mezzo per comunicare, e dall’altra parte l’altro non le raccoglie, non cerca di approfondirle, non le ascolta spesso.
Il dono della parola ci fu dato dagli dei, direbbe qualcuno, ma è un dono che va alimentato, curato. È un dono che può aprire porte, che può rendere affascinante qualsiasi persona, mostrando un altro tipo di bellezza, che emoziona ben di più dell’aspetto fisico. È un dono che può influenzare un bambino, il tono con cui le si pronuncia, la dolcezza, gli appellativi, fungono da apriporta di un rapporto e questo darà sempre frutti, in futuro.
Le parole possono essere usate per ferire, annientare, prevaricare. In rapporti soprattutto dove uno dei due cerca di prevalere, e certe parole, di denigrazione sottile, di violenza sottile, fanno parte di un menage tortuoso, in cui si crea una vittima e un carnefice. Le parole rimangono impigliate nella mente, condizionano, anche negli anni a venire.
Col tempo, si ha sempre meno voglia di parlare. Anche alla fermata di un autobus, anche con degli sconosciuti. Anche con le persone che sono vicine, che conoscono solo piccole parti di noi.
Gli dei ci diedero questo dono, e se ci guardano dall’alto saranno sempre meno contenti di noi. Perché una parola può cambiare tutto.

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