Il senso di libertà dopo quella chiamata
di Cristina Podestà
È bello il ricordo, è coinvolgente e chiarissimo. È come se tu rivivessi quel momento, scomposto in tanti attimi. Lo assapori, lo gusti, ne ridi e sei felice, ti sembra solo un poco strano, ma di ciò non ti curi. Ne apprezzi ogni minima sfumatura, delicatamente lo sfiori perché temi che, toccandolo, possa dissolversi.
La realtà ci ferisce anche quando ci risvegliamo da un sogno. Bisogna invece raccogliere tutte le briciole di sogni e ricordi, impastarli con la realtà e crearne una nuova, meravigliosa, semplicemente. Così dunque faceva Giovanni quel giorno. Seduto sulla sua poltrona preferita, nello studio che era stato del padre, tentava di rivivere quel giorno.
Era la vigilia di Natale, l’ultima vigilia di Natale del secolo scorso. Attendeva seduto su quella stessa poltrona colei che, dopo poco più di un mese, esattamente il primo san Valentino del nuovo millennio, sarebbe diventata sua moglie. Alice. Non ne era innamorato, non era convinto. Ma le circostanze erano favorevoli ad una loro unione e lui non voleva andare controcorrente. Faceva scorrere il destino come un ruscello in un declivio.
La ragazza ritardava, cosa insolita pensò Giovanni. Poi una chiamata. E un senso di libertà s’impadronì di lui! Alice si scusava. Aveva la voce tremante, diceva che non sarebbe venuta a passare il Natale in villa, che restava a casa sua e, dopo qualche giorno, lo avrebbe incontrato per rompere il fidanzamento. Non se la sentiva e preferiva ripensarci adesso piuttosto che dopo le nozze.
Sul momento Giovanni era rimasto in silenzio, e lei aveva pianto affermando che lui era una bellissima persona, un uomo serio e perbene ma lei non se la sentiva, forse non era più innamorata.
Il sollievo provato da Giovanni era grande, quasi incredibile. Con molto tatto e gentilezza la tranquillizzò, si sarebbero visti durante le feste, con calma e serenità. Il ricordo di quei momenti era tangibile quel giorno per lui. Ma dopo poco fu distolto da quella memoria.
Sua figlia Camilla, lo stava chiamando a gran voce per uscire tutti insieme: lei, il fratello Giorgio, la mamma Lilith e papà, che stava ritardando la partenza. Sorridendo con affetto verso tutti, la sua meravigliosa famiglia e Alice stessa, si alzò felice e corse verso una nuova vigilia di Natale, quella di 20 anni dopo l’inizio del nuovo millennio.
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