Colleghi e amici: la perdita che rimane
di Cristina Podestà
Perdere un amico è
perdere una parte di vita. Se l’amico è anche collega, la fetta che si perde è
più grossa. E se gli amici colleghi perduti in un mese sono due, entrambi
prematuramente, allora la tristezza invade il cuore.
E il giorno prende forma
di un resoconto della tua vita, poiché con gli amici-colleghi passi gran parte
del tuo tempo migliore, confrontandoti, discutendo, perfino arrabbiandoti per
poi, a fine giornata, ricomporre il tutto con una telefonata o davanti ad un
aperitivo.
La vita di chi fa scuola
è dura e difficile, poco remunerata, scarsamente riconosciuta, piena di pretese
da parte di tutti, senza alcuna immediata gratificazione. E proprio per questo,
fare corpo unico con i colleghi, che poi quasi tutti diventano amici, è
fondamentale.
Stare insieme molte ore
al giorno e superare quasi tutte le difficoltà, crea un Sodalizio di animo e di
cuore.
Se poi si aggiungono
cene insieme, confidenze scambiate, momenti di viaggi condivisi, il rapporto si
accresce e la familiarità si sostituisce alla conoscenza, si diventa un unico
nucleo forte e coeso.
Il tempo poi può
allontanare fisicamente, ma giammai l’intimità che si è creata verrà meno,
neanche quando il destino terribile e che presenta sempre il conto, strappa
qualcuno da questa storia.
Amici carissimi, vi
abbraccio forte forte, vi penso sempre e vi prego di aiutarci a sopportare la
vostra assenza.
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