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Un paese e i suoi malati

Steven, a Le Iene
La legge contro il buon senso: un malato di tumore non riceve il sussidio Inps oltre i 6 mesi previsti. Ed è aiutato dai suoi datori di lavoro

di Marina Zinzani

Un servizio televisivo come tanti, eppure un servizio che fa riflettere. A suo modo sconvolgente. Perché la storia di Steven, raccontata dal programma “Le iene”, è una storia di sconfitte e coraggio, di buio e di luce. Steven, 22 anni, soffre da anni di una grave malattia oncologica. Dopo sei mesi di assenza dal lavoro per malattia, l’INPS non presta più nessuna copertura, per cui il dipendente può essere licenziato. Il dipendente si ritrova quindi malato e senza lavoro.
Ma i suoi datori di lavoro, dimostrando una sensibilità enorme, continuano a pagare lo stesso Steven pur non lavorando, per non far mancare a questo ragazzo il suo sostentamento. Steven è amato e benvoluto in azienda da tutti, e sono stati proprio i datori di lavoro, marito e moglie, che hanno chiesto l’intervento delle Iene per evidenziare ciò che accade quando uno si ammala: non c’è nessuna distinzione per la legge se la malattia è oncologica e quindi richiede tempi più lunghi per curarsi e per guarire. E i tempi possono andare benissimo oltre i sei mesi.
Servizio toccante, Steven diventa improvvisamente un emblema di lotta personale e non solo, per come riesce a convivere e a fronteggiare la malattia, per il sorriso con cui riesce a parlarne, e improvvisamente sentiamo tutti che è una storia  bella, di una solidarietà e sensibilità rara da parte degli altri, dei suoi datori di lavoro e dei suoi colleghi, ma che le cose vanno cambiate, che deve esserci pur una maggiore sensibilità nella legislazione corrente.
Steven può essere tutti noi un domani, vittime di un ingranaggio che non prende in considerazione la diversità di malattie e i tempi di cura. Certo Steven diventa una luce a cui guardare, quasi stupiti dalla sua forza e dal suo coraggio.

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