Il ’68: più subdoli i
soggetti che hanno preso il posto dei padri contestati
di Marina Zinzani
(Commento a “Senza paura, della nostra storia”, PL, 9/11/17)
I
padri che mancano, i padri che hanno preso altre sembianze, altri volti. Il ’68,
che ha così ridotto la figura del padre, ha creato altre forme di autorità, più
subdole, e invisibili. Si creano degli obblighi nella mente, e la ricerca di
un’omologazione, tema tanto caro a Pier Paolo Pasolini, diventa l’obbedire ad input del
mercato, per cui diventa un sottile obbligo comprare una data cosa, rispondere
alla moda del momento.
I
ragazzi crescono anche con questi padri invisibili quindi, assieme a quelli
naturali, uno rappresenta l’avere, l’altro, quello vero, cerca di ribadire
l’importanza dell’essere.
Divise,
confuse, le nuove generazioni vagano alla ricerca di difficili equilibri. La
generazione del ’68 ha perso, in quanto se volevano demolire la figura del
padre non si erano accorte che c’erano dietro le spalle dieci, cento padri, più
influenti, più subdoli, più forti di qualsiasi parola e mano sulla spalla.
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