Passa ai contenuti principali

Amarcord

L’allevamento del bestiame, il lavoro della terra, il lavaggio dei panni al fiume, la vendita del vino: il mondo antico di Domitilla e Annetta

di Bianca Mannu

Mia madre, Domitilla, non ricorda più bene. Era troppo bambina. E forse, strattonata da tante ingiunzioni, era assillata dal bisogno di rimediare qualche oasi di gioco.
“Il commercio del vino al dettaglio? Chi lo sa? A Gesòli, di vino se ne produce poco e niente … E gli uomini, dopo la campagna, si sa, vogliono scaldarsi. Anche le donne, se l’uomo-padrone vuole. C’è richiesta. Se non lo fai tu, lo fa un altro. E allora è meglio che lo facciamo noi che abbiamo tanta famiglia e forse troppe femmine”.
Così Domitilla, quando all’assedio delle nostre domande si associa la pacata interlocuzione di Alfano.
Neppure i fratelli, di poco più giovani di lei, erano invecchiati a scuola. Imberbi, già lavoravano, più servi degli stessi servi adulti. Lavoravano la campagna di proprietà familiare: il granatico e la vigna. All’occorrenza aiutavano ad aggiogare i buoi al carro e all’aratro, guidavano il bestiame all’abbeveraggio e la notte davano il cambio ai servi per foraggiare le bestie. Alcuni terreni a pascolo erano dati in affitto, così si rimediava il latte per i piccoli e il formaggio per il companatico.
“Il granatico serve per la sussistenza della famiglia e del bestiame, ma il vino è voluttuario; lasci il minimo e vendi il resto” .
E chi lo vende? Sicuramente Annetta, quando non è in puerperio … Come dire che difficilmente si venderà in modo costante? E dalle poco fluide frasi di mamma potevo immaginare i nonni discutere sul da farsi davanti al rapido incenerimento delle stoppie di fava nel camino.
“Sì, che si venderà, per forza si venderà!” – insiste nonna Annetta.- “Ci organizziamo. Che la paghiamo a fare la servetta? Solo per portare acqua? La mandiamo al fiume a lavare i panni e, quando torna, va alla fonte per l’acqua da bere e per l’uso.  Per il resto c’è il pozzo. In casa mi faccio venire Delfina che è fidata.”
“La chiami a mezze giornate” - acconsente nonno Augusto – “e contratti per precisi lavori di casa e per i piccoli. È esperta. Se ti serve Domitilla, levala da scuola. Qualcosa può fare: riempire il mezzo decalitro non è difficile. Può occuparsi delle galline e delle anatre, pulire la macelleria e fare anche qualche lavoro d’ago, la sera, per ricreazione, quando i piccolini dormono”.
Così già prima dei dieci anni, Domitilla, “la grande” col seguito delle “grandicelle”, è ingaggiata, a pieno tempo e senza remissione, nell’azienda familiare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...