La condizione delle donne: come operaie addette alla catena della vita
di Bianca Mannu
Io / noi
che inesistiamo
erbe basse
vivendo stente
nei campi bradi
casuale foraggio
di fauna senza nome
senza numi o feticci
io / noi
prive d’assenso e d’assenza
nei catasti verticali
protervi sopra noi
agglutinate
in alacri empori cellulari
io / noi
innominabili crogiuoli
di polluzioni architette
per testarda insensatezza
io / noi
vogliose di capezzoli terragni
vellicando cerchiamo
nelle rocce
il palpito vitale
io /noi
avide d’iscriverci a diniego
dei deserti immanenti
nelle giocate vinte
da superni Pluto
alla roulette dell’oblio
io / noi
nell’ assiduo trasudare
di linfe neglette:
operaie addette
alla catena della vita …
io/noi anche
sagrestane pervertite
- dove l’ombra ispessisce -
alla connivenza servile
con la ferocia d’Abramo
revenant
per concertare eccidi di pupe
dentro la carne
degli amni espropriati.
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