L’importanza della
solidarietà: nulla è più forte della condivisione
di Sonia
Scarpante
In questi giorni di “passione”
diventa sempre più importante fare riferimento ai grandi del nostro passato che
hanno segnato la nostra vita. Nelson Mandela ha vissuto per 25 anni rinchiuso
in prigione, in una cella di pochi metri. Non era una delle nostre case
accoglienti. Per ben 25 anni ha lavorato con sé stesso mantenendo lucido il
pensiero. Un desiderio sotteso l’ha aiutato a crescere sempre più nel silenzio senza
arrendevolezze o vie di fuga.
Una volta libero, a chi gli
chiedeva, fra cronisti e giornalisti, come avesse potuto resistere a questa
costrizione infinita, lui rispondeva: “Mi preparavo a diventare Presidente”. Una
risposta che ci aiuta a vedere oltre ciò che reputiamo, oggi, un castigo, una
forzatura inconcepibile. Quanto può costruire un pensiero positivo, quanto le
nostre visioni possono aiutarci ad investire in un domani più gratificante e
rigenerante non solo per noi ma anche a servizio della collettività?
Massimo Recalcati a Piazza Pulita ha fatto riferimento
all’importanza, oggi, di mettere in luce gli elementi positivi, in primis la
solidarietà, collante per tutte le nostre società. Ci ha parlato non di
privazione ma di recupero dell’esperienza più alta della libertà che ci
accomuna tutti oggi. Del valore della resistenza in riferimento a questa
potenza negativa, la pandemia, a cui va contrapposta una potenza positiva di
più alto spessore. Bisogna essere inauditi nella reazione (bellissimo termine:
inauditi), ognuno nel proprio specifico, e nel lato creativo che caratterizza
ognuno di noi. Significa tirare fuori la propria singolarità, lo spirito
profondo che ci anima, l’anima che ci differenzia ma che ci amalgama gli uni
agli altri.
Alessandro Baricco, nei
giorni scorsi, da parte sua, ha menzionato l’audacia come meta da perseguire,
da caldeggiare, perché nessuno di noi si salva da solo e ognuno di noi deve
fare la sua parte per ingrossare quella controparte.
Nulla è più forte della
condivisione. E’ una responsabilità etica perché la vita senza conoscenza
dell’alterità, della comunione con l’altro non ha sapore, non cresce. Solo con questa
trasformazione del pensiero possiamo creare sviluppo, coscienza, ricchezza
sociale, vita propulsiva. Solo una rivoluzione interiore può trasformare le
mancanze in opportunità. In quanti siamo a crederci?
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