Con il Covid-19, rumori e suoni, voci e poi odori, profumi: la vita nelle
case in cui siamo rinchiusi, quella che ci giunge da fuori
di Cristina Podestà
Appartamenti spesso
deserti per gran parte dei giorni, improvvisamente si sono riempiti di gente.
Il brusio si fa voce. Grida di bambini costretti alla sedentarietà diventano il
refrain quotidiano.
Ora si avverte un litigio al quarto piano, ora si sente una televisione troppo alta che scandisce la voce del telecronista al piano secondo; in salotto si acuiscono le voci da fuori, di persone, poche, con o senza mascherina; in camera da letto giunge il ronzio di un tagliaerba.
Ora si avverte un litigio al quarto piano, ora si sente una televisione troppo alta che scandisce la voce del telecronista al piano secondo; in salotto si acuiscono le voci da fuori, di persone, poche, con o senza mascherina; in camera da letto giunge il ronzio di un tagliaerba.
Se entri nel bagno vi
è un sottile cigolio di una cyclette, mentre nello studio avverti un suono di
esercizi al violino. Su un terrazzo puoi ascoltare qualche chiacchiera tra chi
è dentro e chi è fuori, ordini impartiti da una madre a un figlio, odore di
benzina che proviene dalle auto messe in moto perché non si sciupino con il
fermo esagerato.
Nell’altra terrazza,
più grande e spaziosa, le rose sbocciate profumano l’aria e addolciscono questa
atmosfera malinconica, anche senza volerlo. Poi entri in cucina e ti sovviene
che forse qualcuno sta adoperando lo stesso robot che oggi utilizzerai in
preparazione del pranzo, invece nell’ingresso puoi sentire il cigolio
dell’ascensore, molto più a riposo di prima, ma ogni tanto adoperato.
E se vai nel
corridoio, un insieme indistinto di rumori e suoni, voci mischiate che parlano,
cantano, litigano, le voci del fuori ora dentro. Bambini e ragazzi che fanno
lezione, uomini e donne al lavoro online: ticchettio di tastiere e suoni
inusitati.
E all’esterno il
silenzio. Soprattutto sul far della sera, con un cielo picchiettato di stelle e
sereno. Nessuno per strada, tutti al riparo, al chiuso di una casa buona che
accoglie e protegge, nasconde e tutela dal virus maledetto e terribile che
induce a non muovere un passo, a starsene incernierati e rintanati, a vivere
una vita fasulla ma che pure è vita ed è ciò che conta di più.
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