L’amore a distanza, al
tempo del Covid-19: la storia di Bob e Lauren
di Marina Zinzani
Il video
in cui si vede un anziano, Bob Barber, parlare alla moglie Lauren è stato
diffuso in rete, suscitando molta tenerezza. Non possono vedersi a causa del
coronavirus, e la sola cosa che lui può fare è andarla a trovare ogni giorno
nel centro per anziani in cui lei vive, e parlarle alla finestra attraverso una
fessura di 13 centimetri.
Bob è l’unica persona che Lauren, malata di Alzheimer, ancora riconosce.
Bob è l’unica persona che Lauren, malata di Alzheimer, ancora riconosce.
E’ una realtà tragica e tenera allo stesso tempo. Le storie
personali devono fare i conti con questo cambiamento di abitudini, con il
baratro emozionale che ogni tanto si avverte, con la difficoltà di convivere
con questa realtà. L’adattamento richiesto oggi mette a dura prova, e le
persone sole sono ancora più in difficoltà. E a volte si è soli anche in mezzo
agli altri, rinchiusi nel proprio crudele mondo causato da malattie come
l’Alzheimer.
Immaginiamo la vita di questa coppia, e di altre coppie
simili, che si trovano ora a parlarsi da lontano, o a non parlarsi affatto,
perché le restrizioni lo richiedono. L’amore è rimasto, è sostegno, è cosa
tenera, è uno il riferimento dell’altro. Dopo tutta una vita assieme. E’ un
amore a distanza, come si può. Ma è solo la forma che è cambiata, il modo di
comunicazione. L’altra persona è sempre accanto, nei pensieri. Si ha premura
per lei, si teme, si spera. Anche da lontano.
A chi dice che la convivenza forzata di questi tempi aumenta
i divorzi, a chi vive la difficoltà di un rapporto che mostra improvvise crepe,
perché si stava meglio prima, quando una coppia usciva, lavorava, ognuno aveva
i propri spazi, la storia di Bob e Lauren appare una piccola luce nella notte.
Fa rabbia tutto questo perché non doveva accadere, fa tenerezza perché le
storie d’amore sono belle, e quando sono vere volano oltre i confini.
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