di
Marina Zinzani
(Con un commento di Angelo Perrone)
(Vi presento
Joe Black, film del 1998, con Antony Hopkins, Brad Pitt, Claire
Forlani)
(ap) Denaro, successo, una splendida figlia: una vita idilliaca sconvolta dall’arrivo di uno sconosciuto misterioso. Che a sua volta prova stupore di fronte ai sentimenti che incontra. E ne rimane incantato. L’amore, proprio vero, è passione, qualcosa senza cui non vivi, magari un’illusione. Trovarlo è un affare di cuore, non di cervello. Non ha senso vivere, altrimenti.
(ap) Denaro, successo, una splendida figlia: una vita idilliaca sconvolta dall’arrivo di uno sconosciuto misterioso. Che a sua volta prova stupore di fronte ai sentimenti che incontra. E ne rimane incantato. L’amore, proprio vero, è passione, qualcosa senza cui non vivi, magari un’illusione. Trovarlo è un affare di cuore, non di cervello. Non ha senso vivere, altrimenti.
Il
senso della vita e della morte. La dipartita. L’amore come essenza vitale del
viaggio. Le cose che non si riescono a dire, le verità che non si riescono a
cogliere.
Il
tempo, concesso per magia, dà una fugace, intensa occasione. La
prospettiva cambia le cose, permette di dire finalmente altro. Anche i
sentimenti che non si sono espressi prima, con persone così vicine. Il
rammarico di tanti, forse di tutti. Di chi se n’è andato e di chi è restato,
quello di non avere detto abbastanza.
“Vi
presento Joe Black” è un film forse troppo lungo, che può suscitare pregiudizi
e banali commenti.
Lascia
dentro un’emozione però. Il rammarico per le cose che vanno e non si colgono,
per non avere goduto abbastanza di ciò che c’era, delle persone accanto, per le
parole che non si sono dette.
Lo
invidiamo, il protagonista, che ha potuto dirle, con l’Angelo della morte
accanto, ed ha potuto cogliere la bellezza, l’attaccamento alla vita, il senso
dell’amore in ogni sua forma.
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