(ap) A chi è solo, buona
Pasqua.
A te, che sei stato
lasciato, o che hai lasciato qualcuno. Proprio in questi giorni, un po’ di
tempo fa, nella vita precedente. Quanto tempo è passato? Ti arrovelli – chiuso
in te stesso, prima ancora che in casa - sul come e perché, e non trovi
risposta, né via di uscita, rimanendo più sconsolato e senza forze.
A te, che hai i tuoi anni, ora
ancora di più, e non riesci a reagire. Hai bisogno di aiuto per tutto, da solo non
puoi fare nemmeno la spesa, l’unico svago, che ti permetteva di uscire, erano belle due chiacchiere con il verduraio sotto casa. Invece, devi sperare che ci
sia qualcuno – un vicino, un passante, chiunque di buona volontà – che ti porti
il necessario.
A te, che hai invece moglie-marito,
figli, vecchi genitori a carico, una nutrita compagnia, anche sorridente e in
salute. Non ci sarebbe motivo di lamentarti. Ma pensi che domani, quando
finalmente uscirai, potrebbe essere diverso. Se mancherà il lavoro. Non ti fa
respirare, un vortice ti isola in famiglia, peggio che se non ci fosse l’aria.
A te, che continui a farti
domande, e ogni giorno ne hai una nuova. Quando finiranno? Tutto ti viene in
mente, perché il momento è buio: errori, disattenzioni, mancanze, esitazioni. Le
cose che non hanno funzionato, quelle che ti mancano. Ci sono anche le altre, quelle
belle, troppe ormai perdute, la nostalgia è tanta. Tutto sulle spalle, diventate
curve. Qualche luce, molte ombre.
A te, che sei stanco delle
cialtronerie e delle furbizie, delle meschinità e del tornaconto. E vorresti
altro. Ti ha segnato lo sforzo di remare contro, impresa solitaria per un
obiettivo impossibile. Così inquieto, non ti guardi intorno. Non riesci nemmeno
a vedere se qualcuno stia facendo lo stesso cammino, e magari guardi nella
medesima direzione.
C’è una forma di solitudine
che riguarda tutti, a prescindere dalla condizione personale, dalle relazioni,
dalle attività. E ognuno ha il suo modo di essere solo, per le scelte che
compie nelle cose che fa, pensa, vive. Per paradosso, proprio perciò, ciascuno
ha molto da condividere con chiunque altro. E’ una misteriosa complicità di cui
non abbiamo consapevolezza e che varrebbe la pena scoprire. Potrebbe aprire
altri orizzonti. L’augurio di buona Pasqua a chi è solo in fondo è rivolto a
ciascuno di noi.
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