La primavera? Un po’ è
anche uno stato d’animo
di Marina Zinzani
“Usignolo amabile voce/messaggero di
primavera” (Saffo).
Bisogna immaginarla la primavera, sentirla, costruirla nella propria mente,
ancorarci non al ricordo, che si accomuna alla nostalgia, ma a quello che verrà,
alla promessa che si vivranno a fondo i suoi giorni, le sue ore, quando tutto
sarà finito.
Rimarranno cicatrici, numeri che erano persone, storie,
famiglie, diventati lutti. Rimarranno immagini di città deserte, in un deserto
che sembra avere colpito il pianeta, gli abitanti spariti, nascosti in case, la
vita interrotta. Rimarranno i tanti segni di coraggio, altruismo, la tenacia di
chi ha dato il suo contributo senza risparmiarsi.
Rimarrà uno sguardo diverso verso il proprio tempo, quello
che uno ha a disposizione, e verso il vivere collettivo. La corsa, la forza che
uno crede di avere e invece ci può essere una fragilità estrema, dietro
l’angolo.
La poesia sa essere struggente, diventa cosa bella di cui
ora si può comprendere meglio la meraviglia. L’usignolo ci aspetta, là fuori,
con i giorni da vivere.
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