Nelle situazioni di emergenza, messaggi di vitalità e forza,
accompagnati dal senso di umiltà di fronte a tante sventure
di Sonia Scarpante *
Il cardinale
Gianfranco Ravasi, in una recente intervista su Repubblica, invita alla resilienza: “Possiamo essere diversi,
ma c’è bisogno di cultura e di una politica meno egoista”. E aggiunge: “Forse
la crisi della politica si risolverebbe permettendo alle donne di accedere ai
posti di potere: le donne hanno generato. Prima di uccidere, di distruggere, ci
pensano due volte. Hanno caratteristiche che noi uomini non abbiamo”.
E conclude: “C’è il Papa a cui guardare che fa vedere la vulnerabilità e
chiede sguardi alti, che trascendono. E chiede la morte dei fondamentalismi e
degli egoismi. E poi la cultura, che è muta”.
La sensazione grande per molti di noi è che questo virus ci chieda oggi da
che parte stare. Molti percepiscono una frattura nello Stato perché viene a
mancare la cosa fondamentale: la presa di coscienza, la necessità dell’unità,
specie nel mondo politico.
Negli eventi tragici della vita ci vorrebbe sempre il senso di rispetto
verso chi sta facendo fatica o verso chi è stato segnato da vicende familiari traumatiche.
Una mano sulla coscienza va sempre messa perché nessuno di noi è intoccabile,
perché la morte, o prima o dopo, tocca a tutti noi, e non dobbiamo arrivare
sino là per capire qualcosa in più di noi o di chi ci sta vicino e vive
fragilità forti. Il senso dell’umiltà dovrebbe primeggiare fra le persone dedite
alla politica perché questa caratteristica umana rende una persona lodevole.
Anche decurtare qualcosa del proprio stipendio e donarlo alle casse dello
Stato sarebbe nota di merito pregevole e di capacità individuale in frangenti
simili, questo sarebbe un bel messaggio politico per l’Italia: “Siamo con voi e
desideriamo farvi capire quanto”.
Siamo molto stanchi di assistere a continui show televisivi; a volte siete
imbarazzanti ci verrebbe da dirvi, ci sentiamo a disagio. Di quale umanesimo ci
state parlando? Chi fra di voi politici ha più coraggio faccia al più presto
comprendere che l’unità e la coesione sono determinanti in un periodo delicato
come quello che stiamo attraversando.
Ad una forza negativa (pandemia) dobbiamo sempre frapporre una forza
propulsiva e positiva, un messaggio forte di vitalità e di equilibrio nazionale.
Non possiamo più permetterci di fare i burattini di una rappresentazione
sterile che ci rende solo più fragili, inadeguati alla Storia.
* Presidente dell’Associazione La cura di sé
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