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La giornata dell'infanzia tradita


(ap) Tre bambini ridono sereni e si divertono mentre guardano uno spettacolo di marionette dentro un piccolo teatrino improvvisato. Purtroppo non è l’unica immagine che può essere scelta per ricordare quel 20 novembre 1989, in cui la convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza fu approvata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Una data che oggi costituisce un monito per tutti gli uomini, tanto appare lontano il progetto di tutelare le possibilità di crescita e di sviluppo dei più piccoli nel mondo e in specie nei paesi più poveri o più a rischio. Per una singolare e drammatica coincidenza, il giorno dell’anniversario di quell’evento coincide con la divulgazione di un rapporto redatto da Save the children sulla condizione attuale dei bambini nel mondo.
Negli ultimi venti anni, proprio dopo quella data storica, sono stati raggiunti i livelli massimi di diseguaglianza tra le nuove generazioni, sempre a discapito dei più poveri. La differenza di condizioni tra bambini poveri e bambini ricchi è cresciuta del 35% in questo ultimo periodo, un aumento addirittura doppio di quello registrato tra gli adulti, con la conseguenza che la stessa mortalità infantile sotto i 5 anni di età tra i poveri è doppia di quella esistente tra i più ricchi.
Una condizione generale che influisce sulla salute, sulle possibilità di sopravvivenza, sulla diffusione delle malattie, sullo sviluppo psichico, sul rendimento scolastico, sulla crescita. Il rapporto che oggi denuncia questa situazione contiene dati che contrastano drammaticamente con il suo titolo (“Nati uguali”), al quale pure dovrebbe ispirarsi la politica sociale di tutti gli Stati. Lungo  e crescente è l’elenco dei paesi non virtuosi in questa poco nobile statistica.
Non solo la trascuratezza dei governi ma il ricorso alla guerra, l’uso della violenza sulle popolazioni civili, addirittura il compimento di atti terroristici si sono diffusi tragicamente, ammantandosi di pseudo finalità politiche, e rivelando soltanto lo smarrimento inarrestabile della ragione e del buon senso.
Eleanor Roosevelt, con la Dichiarazione dei diritti umani
Pochi davvero sembrano oggi conservare memoria di quelle parole scritte il 10 dicembre 1948 a chiusura (ci si illudeva) di un’epoca tra le più tragiche della storia umana, quando le Nazioni Unite adottarono unanimemente  la dichiarazione universale di diritti umani: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».

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