Era troppo timido Gabriele, ma quella sera..
di
Cristina Podestà
La sera d’estate sorrideva ai ragazzi che facevano festa
sulla spiaggia. I capelli bagnati, gli abiti naif, una freschezza sui volti
ancora ingenui, proiettati sul domani, la paura di sedersi accanto, le farfalle
nello stomaco, il respiro che mancava a tratti. Risate senza motivo, abbagliati
da una vita che li stava facendo salire sempre più in alto, amicizie e amori
unici e invincibili.
Gabriele era troppo timido. I suoi piedi sapevano dove
andare, ma lui li dirottava lontano. Alcuni suoni fragili gli rimbombavano in
testa e non si sentiva a suo agio. Gli amici avevano insistito per portarlo fin
là ma lui, dopo il suo odioso compito quotidiano di catalogare libri, non aveva
alcun interesse per le uscite serali.
Eppure era giovane ed era estate, ma sul suo volto un
sorriso senza età, la noia di chi si sente spaiato, mai al posto giusto, una
voce fuori dal coro. Si mise seduto in disparte sorseggiando un drink; guardava
con occhio critico tutta quella congrega festante, da lui così lontana. Poi,
improvvisa, una voce. Posso sedermi accanto a te?
Si volta di scatto, imbarazzato e confuso. “Certo”
farfuglia. E’ bellissima, elegante, sofisticata. “Ciao sono Giulia”. Le dà la
mano, balbetta, si presenta. Gli sembra di salire d’un tratto troppo in alto,
ha vertigini e paura di cadere. La ragazza si mette a parlare e la serata
prende forma e consistenza. Sente un benessere pervadere il suo corpo e il
drink termina in un attimo.
Si alza per ordinarne un altro, la trova dietro sé e
sobbalza. La monotonia si è trasformata in voglia di starle accanto, di correre
a riva e inseguire le onde, di costruire improbabili castelli di sabbia, subito
distrutti dai flutti, l’energia si impossessa di lui. La osserva e sente
palpabile il suo silenzio: la sente vicina, ne percepisce il respiro, perfetta
per lui. Ora si guardano entrambi e l’imbarazzo diventa sorrisi e complicità.
Si, ha fatto bene Gabriele quella sera a seguire gli amici; sente che qualcosa
sta cambiando!
E parlano, scherzano, gioiscono della presenza reciproca,
raccontano, si spogliano delle convenzioni, si raccontano e quando tardi, molto
molto tardi, quasi sul far del giorno Gabriele torna a casa, è un altro.
Sicuramente la vita ha in serbo qualcosa di buono anche per lui; avverte
un’emozione tanto forte che pare soffocarlo, ma se la tiene tutta addosso, quel
che avanza del troppo di oggi lo mette in serbo per farlo bastare domani.
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