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Troppo tardi per noi due

L’incontro dopo vent’anni: è troppo tardi per noi due

di Paolo Brondi

Non l’aveva più incontrata. Erano stati bruciati vent’anni. Ma un giorno, seppe da un amico che lei abitava non lontano da dove lui aveva aperto lo studio. Era sposata, aveva due figli. La casa era un rustico trasformato in elegante dimora. Lo ammirò, fermandosi un poco distante, senza scendere dalla macchina. Sperava di vederla uscire, avrebbe finto un incontro casuale.
Ma poi, decise di telefonarle. Risentì la sua voce. Gli parve leggera, delicata, non invecchiata. Si fece riconoscere: “sono Roberto, ti ricordi?” Una pausa, seguita da sorpresa “Roberto! Sei proprio tu! Certo possiamo vederci. Vieni a trovarmi, qui, a casa mia. Ti aspetto!” E si trovavano di fronte. Lui vide in lei lo stessa luce nei suoi splendidi occhi, intensi e maliziosi, verdi con pagliuzze dorate.
I capelli ancora corti ma ora pettinati con cura, non più a riccioli sparsi sul collo, come allora. Non si era appesantita, ma conservava le minute fattezze della gioventù “Non sei cambiata - le disse - tu conservi la melodia delle memorie cantate sul tuo nome”. Lei, commossa, si avvicinò, lo abbracciò, posando teneramente il capo sulla sua spalla. Quando si staccò, lui vide i suoi occhi lucidi di pianto. Levò la mano per asciugarle le lacrime e chiese perché.
Lei, calmando l’emozione, rispose “non mi sembra di essere vissuta a caso, ma di aver seguito un piano prestabilito. Soltanto che esso non l’hai disegnato tu. Invece lo sto ritrovando dentro di me, l’ho riscoperto mano a mano che andavo avanti negli anni, come se l’avessi sempre mantenuto dentro. Ma ora resta il fatto che la nostra storia è stata interrotta, è rimasta sospesa, bloccata a mezz’aria, ora tutto è irrimediabilmente perduto. È troppo tardi, non c’è più niente da fare!”
Roberto, ascoltandola, pensava ai giochi terribilmente seri della sorte, sentendo in sé un disorientamento turbato e trasognato e si limitò a dire “Capisco, ormai il lontano non esiste più per me!” e se ne andò.

Commenti

  1. Delicato e vivo è in Roberto il ricordo dell'amore trascorso. Un senso di appartenenza lo pervade attendendo di fronte alla casa di vederla apparire. Il suo cuore è rimasto lo stesso, ma l'amore è stato sospeso. Adesso che l' ha rivista dovrà farsene una ragione. Sempre dolci e gentili i pensieri, espressi sapientemente

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