Women di Shelby McQuilkin |
Le domande del femminile su di sé e il perenne confronto con
il maschile
di Bianca Mannu
(Commento di Angelo
Perrone)
(ap) Il senso di inferiorità è un frutto vasto, distorto ed
avvelenato. Molto diffuso ovunque, a prescindere dalla condizione personale e
da vicende specifiche. Non limitato per esempio alle storie di abuso, o a
situazioni meno estreme, comunque correlate a squilibri esistenziali mai
risolti. Trova il suo ascendente più robusto, e perciò difficilmente
scalzabile, nelle incrostazioni sociali. Lungamente sedimentate nella
psicologia più spicciola. Perciò in grado di attraversare, immuni da
correzioni, tutti i tempi, compresi quelli attuali, pur più evoluti per tanti
aspetti. Sino ad assurgere alla apparenza – falsa - di verità inoppugnabile.
In un quadro che sembra fosco e perduto, i versi del poeta
riescono a sortire un effetto opposto, ben oltre i limiti di una soluzione
testuale, proprio attraverso la molteplicità degli interrogativi che scuotono
la sensibilità della protagonista. Le domande che il femminile non cessa di
porsi, inquieto e smarrito, libera un esito opposto. Colpisce qui la
molteplicità della sfaccettature, a prima vista tutte «minori“, che è possibile
attribuire alla figura femminile e che la protagonista considera proprie e
plausibili in sé.
Nessuno allora, per gli stessi motivi, può sentirsi troppo
sicuro di averla intesa davvero una volta per tutte quella psiche, né il
maschile, sfrontato e baldanzoso, può illudersi di riuscire a possederla
finalmente. La varietà di immagini è anche molteplicità di esistenze possibili,
ricchezza di figure. Proprio questa indefinita varietà di ipotesi, tutte
assolutamente realistiche come l’esperienza insegna, rompe la sindrome perversa
dell’inferiorità, dimostrando quanto la psiche femminile sia profonda e
complessa, originale. Libera dal timore di qualsiasi confronto penalizzante.
Sono un amore provvisorio?
Un amore da riempirci
i vuoti tempi dell’indugio –
un amore da sotterfugio?
Sono un amore clandestino –
un amore meschino
un amore che non cresce
un amore che non riesce
a spiccare il volo
sono un amore da dopo lavoro ?
Sono un amore che non splende
uno che l’impazienza non accende?
Sono un amore che non scotta –
uno di quelli per cui non si lotta –
un amore limitato e stanziale
senza le ruote e senza le ali?
Sono un amore che non invischia –
uno di quelli per cui non si rischia ?
Dunque amore che non nuoce
che in capitolo non ha voce?
Sono un amore da gesuita –
un amore senza fatica
Ecco! Un amore razionale?
Un amore sono … serale !
Da consumarsi in tempi di noia –
un amore in salamoia!
Sono un amore senza parole
senza sollazzi né capriole
Un amore non firmato
Un amore approssimato
Un amore da strade deserte
Un amore a carte coperte
Sono un amore ad ore fisse
senza fervore e senza promesse
Sono un amore senza storia –
senza speranza e senza memoria
Sono amore provvisorio
che designi per ciò che non ha –
nessun nome – nessun futuro –
valore alcuno – per ora e qua.
bellissima, commovente, ricercata
RispondiEliminaQuesto di (ap) è il più bel commento speciale per il mio testo, forse ritenuto una facile tiritera.Grazie, A.Perrone per questo tuo sguardo profondo.
RispondiEliminaGrazie a Laura Maria Diforti per le sue lodi.