Passa ai contenuti principali

Le mani della madre

Mani di madre. Desideri, fantasmi, gesti di affetto e momenti. Verso il figlio

di Marina Zinzani

Le tenere mani che avvolgono un bambino appena nato. Le mani che lo sorreggeranno nei primi passi. Le mani che lo prenderanno in braccio quando sarà stanco, alle prime gite, zaino in spalla e scarpe comode. Le mani che lo tengono ben stretto, quando deve attraversare la strada. Le mani che gli indicheranno i primi pericoli.
Le mani che sfoglieranno con lui i primi libri, le fiabe, gli orsi, i boschi, le creature dell’immaginario per parlargli del mondo. Le mani che stireranno all’alba, perché la giornata è lunga, c’è il portarlo a scuola, e il lavoro, e mille cose da fare. Le mani che cercheranno di fissare con una foto un momento, una festa di compleanno, un sorriso, una situazione buffa. Le mani che applaudiranno di fronte a lui che ce l’ha fatta, la sua prima competizione.
Le mani che prepareranno tartine e panini quando arrivano i compagni il pomeriggio, per fare i compiti con lui. Le mani che scopriranno l’influenza di altri, qualcosa che non va bene, un primo dolore forse. Le mani che accarezzeranno quel ciuffo da ragazzo, che fa innamorare le ragazzine. Le mani che cercheranno fra le sue cose, si sono sentite brutte storie, la droga è ovunque ormai.
Le mani che si agitano, un dito che si punta, è l’adolescenza con le sue rabbie e la voglia di mandare a quel paese tutti, ci è passata anche lei, la madre è stata una figlia. Le mani che accolgono la sua ragazza, la prima storia importante. Gelosia forse? No, l’accoglie come una figlia. Le mani che si asciugano una lacrima quando lui dice di andare a convivere, che ci provano. Le mani che hanno meno da fare, la sua camera è intatta, non c’è il solito disordine, né panni da lavare, né il letto da sistemare. Ma la casa è vuota, terribilmente vuota.
Le mani che prendono in braccio suo figlio, è diventata nonna, è felice, di una felicità mai immaginata prima, un esserino delizioso, e suo figlio la guarda, tace, la felicità è nell’aria, e il piccolo è di una dolcezza incredibile. Le mani che prendono per mano ora il nipotino, ci devono essere mille attenzioni, ci sono paure, si sente la responsabilità. Le mani che cercano di calmare suo figlio, nervoso, stanco la sera, il matrimonio non è tutto rose e fiori. Lei gioca con il bambino, gli mostra un libro di fiabe, ma non si parla ora di Cappuccetto Rosso o di Biancaneve, le cose sono cambiate.
Le mani che apprendono una separazione, no, non è possibile, lo sguardo va al nipotino, e le lacrime si raccolgono in silenzio, nel proprio silenzio a casa, e sono tante, strazianti. Quanti figli di separati, ma non doveva succedere. Le mani che si fanno forza, e impongono positività, vestiti colorati e un filo di rossetto, perché la madre deve essere forte, sempre, e anche la nonna, giovane peraltro, deve essere un sostegno per il nipotino, disorientato.
Le mani che si sbattono, che muovono borse della spesa, tastiere del computer, che si dividono fra due case, che preparano caffè per tirare su il figlio, per preparargli la cena. Suo marito fa quello che può, ma non è una situazione facile. Le mani che cercano amicizie ormai perdute, sui social, luogo virtuale di destini e di incontri sbiaditi, che si cerca di rendere vivi.
Le mani che si curano il viso, il corpo, che non vogliono arrendersi al passare degli anni. Le mani che sfogliano libri, riviste, cercando buchi da cui oltrepassare i propri, angusti, confini. Le mani che accarezzano la testa del nipotino, curvo sui suoi difficili compiti, mentre si cerca di nascondere una lacrima. Le mani che lo applaudono alla recita scolastica, esserci, è importante esserci in prima fila. Le mani che si rinsecchiscono, la pelle non è più quella di una volta, gli anni arrivano, arrivano. E mentre arrivano è passata una vita, e quelle mani l’hanno annaffiata la vita, con l’amore.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il braccio della morte e l'amore tossico: storie parallele di redenzione

(Introduzione a Daniela Barone). La pena capitale interroga la morale di ogni società, ponendo domande cruciali sulla sacralità della vita e sul valore della riabilitazione. Ma cosa succede quando il "braccio della morte" si manifesta anche fuori dalle sbarre, negli affetti tossici e nel controllo psicologico? Questa è la storia intensa dell'epistolario tra Daniela Barone e Richie Rossi, un carcerato americano in attesa della sentenza capitale, che intreccia la riflessione sulla pena di morte con una personale battaglia per la libertà. Un racconto toccante sulla dignità, la speranza e la redenzione. Segue:  a.p.  COMMENTO. 1. Rifiuto etico e sacralità della vita (Daniela Barone - TESTIMONIANZA) ▪️ Non so se fu il film “ Dead Man Walking ” o il libro “ La mia vita nel braccio della morte ” di Richie Rossi a farmi riflettere sul tema della pena capitale; tendo a pensare che le vicende del carcerato americano abbiano determinato il mio rifiuto di una pratica che ritengo crud...

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⛵ In balia delle onde, trovare rotta ed equilibrio nel mare della vita

(a.p. – Introduzione a Cristina Podestà) ▪️ La vita è uno “stare in barca”, dipende da noi trovare la rotta e l’equilibrio. E un po’ di serenità: come quando galleggiavamo in un’altra acqua. Nel ventre materno (Cristina Podestà - TESTO) ▪️La metafora del mare e della barca è piuttosto diffusa nella letteratura, a cominciare da Dante in tutte e tre le cantiche e relativamente a variegate sfumature dell'essere: Caronte, l'angelo nocchiero, il secondo canto del Paradiso; non sono che esempi di una molteplice trattazione del tema del mare e della navigazione. Joseph Conrad dice una frase molto suggestiva, che riprende proprio la similitudine della vita: "La nave dormiva, il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce". Spesso è proprio cosi: la superficie è bella, solare, scintillante appunto ma, se si va sotto e si guarda bene, c'è il buio più profondo! La barca di Dante...

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...