Gli attacchi alla giornalista Giovanna Botteri per l’aspetto
esteriore ed il suo abbigliamento: cosa c’entrano con la professionalità?
di Laura Maria Di
Forti
La giornalista Giovanna
Botteri è stata al centro di alcuni commenti poco piacevoli, per non dire
assolutamente disdicevoli. Oggetto dei commenti di vari haters e di qualche
trasmissione televisiva (Striscia la notizia) è stato l’aspetto della
giornalista ritenuto, forse più per dovere di battuta che per una volontà
persecutoria, sciatto e troppo dimesso, forse persino sporco. Questo, secondo
una lettura benevola dei fatti.
In realtà sappiamo
bene che gli haters, quelli che al riparo della loro invisibilità riescono a
dire le cose più offensive, false e crudeli, quelli che tirano fuori la spada
della maleducazione e della totale mancanza di empatia verso personaggi famosi
perché al riparo di un computer, riuscirebbero a distruggere le anime più
sensibili con insulti lanciati come se fossero petali di rosa profumata. Si
tratta di bullismo vero e proprio con l’aggravante dell’anonimato a protezione.
Ma perché prendersela
con chi, secondo le loro menti contorte, non possiede la perfezione? Solo pochi
eletti posseggono questa grazia che ha incantato poeti e scrittori, pittori e
scultori, che ha incuriosito filosofi e arricchisce, in questi nostri tempi
moderni, estetisti e chirurghi plastici. Il raggiungimento della bellezza è un
desiderio molto comune e il giro di affari che circola intorno a questo
desiderio è enorme. Ma nessuno, in verità è perfetto. Nessuno.
Sono altre, invece,
le virtù che dovrebbero essere al centro della nostra attenzione e che dovrebbero
essere privilegiate.
L’empatia e la bontà d’animo, ad esempio, che ci impediscono di fare del male, l’educazione, che non ci permette di
usare parole volgari e cattive, l’umiltà,
che non ci consente di crederci superiori agli altri, l’intelligenza, che ci proibisce di essere tanto ignobili e la vergogna, che rende impossibile ogni
nostra sterile, puerile e inutile critica.
Ma soprattutto “a che
pro”? Perché guardare il colore dei capelli, il trucco poco sapiente, forse,
l’aspetto non da giovane e bellissima ragazza? Come se l’intelligenza e la
professionalità non fossero attributi ben più degni ed idonei, molto più
consoni e rilevanti per una giornalista!
La perfezione delle
forme, che ha spinto gli antichi greci a dettare i canoni della bellezza, nel
credo che fosse una dote oggettiva che si può misurare, pesare e soppesare, non
ha nulla a che fare con il sapere. Sarebbe veramente meglio se la giornalista
avesse il volto di una diva ma non riuscisse a comporre un articolo
giornalistico? Non credo proprio.
Non trovo disdicevole
vedere la Botteri con la stessa maglietta (Giorgio Armani non porta spesso una
t-shirt nera?) o con i capelli di un colore che forse una diva del cinema non porterebbe
mai! Trovo invece meravigliosa la sua voce, il suo sorriso e quell’aria di
intellettuale che non bada troppo a certe raffinatezze. In fondo, di una
collana di perle o di una messa in piega, noi telespettatori possiamo fare a
meno, ma non certo della professionalità. È questo il valore da ricercare, non
il naso alla francese, il rossetto sulla bocca o il nodo perfetto della cravatta,
perché, diciamolo pure, non devono essere giudicate solo le donne. Dai
professionisti, uomini e donne, dobbiamo aspettarci la competenza, e basta.
Troppo grassi o troppo magri, troppo brutti o troppo belli? E allora?
Ricordo qualche anno
fa una mia collega che giudicava orrende altre colleghe che, con gli anni,
avevano preso alcuni chili. Non considerava i loro caratteri, come si
comportavano, il valore del loro lavoro ma soltanto il loro aspetto. Sul piatto
della bilancia non misurava la professionalità ma i chili di troppo. Degradante.
Da quel giorno ho evitato la compagnia di quella donna così cinica e
insensibile.
E allora? Godiamoci
un bel panorama, un tramonto o una opera d’arte ma ascoltiamo le parole di
persone sagge, competenti, informate che possono farci crescere, donarci il
sapere o anche solo farci compagnia.
E gli haters?
Qualcuno dovrebbe informarli che dovrebbero essere più compassionevoli verso
gli altri, altrimenti un giorno qualcuno farà loro notare che sono ingrassati,
sono diventati vecchi o fuori moda, magari perché la loro tinta non è perfetta,
il look non è curato e si vestono sempre con la stessa maglietta. E poi,
soprattutto, potrebbe dire loro la verità in faccia: siete dei vigliacchi.
Nessun commento:
Posta un commento