Il cibo al centro di
molte trasmissioni tv: il suo fascino crescente. Oltre il gusto stesso. Lo
aveva capito per primo Gualtiero Marchesi, originale interprete della cucina
italiana
di Marina Zinzani
Quanti
piatti si vedono alla tv! E quanti reality di cucina! Fa compagnia vedere una
trasmissione di cuochi o aspiranti tali mentre si sta preparando il pranzo o la
cena, si guarda volentieri, e qualche idea viene suggerita sempre. Quale
alchimia può venire fuori da pochi ingredienti, quali costruzioni possono
trasformare una zucchina, un peperone, una cipolla e della pasta in un piatto
sopraffino, invitante anche nei colori?
Sta
qui forse il successo dei reality di cucina, e di tutte le trasmissioni legate
al mondo del cibo. Alchimia da una parte e leggerezza dall’altra, dopo una
giornata di lavoro o in un momento di vuoto televisivo, si guarda con piacere
la gara di turno, e la creazione di nuove ricette.
Le
faremo, queste ricette? Metteremo poi in tavola piatti ricercati, originali,
oppure la mente si entusiasmerà quei cinque minuti, pensando “ho capito, domani
compro tutto e lo faccio” e poi invece l’idea decade lentamente, si rimane alla
bistecca ai ferri e all’insalata, si dimenticano gli ingredienti, le cose da
ricordare forse sono troppe, le poche
ricette che uno sa fare invece sono ben fisse nella mente…
In
questi giorni è mancato Gualtiero Marchesi, che ha lasciato un segno profondo
nella cucina italiana. Il suo “risotto oro e zafferano”, con la foglia d’oro, è
un’immagine indimenticabile. Ma altri piatti suoi hanno affascinato e
continuano ad affascinare.
La
ricerca dell’originalità può diventare bellezza per gli occhi, il piacere
visivo si accompagna a quello del palato. Sono piccole cose, in fondo si parla solo
di piatti. Ma fanno sorridere, incuriosire,
e in questa nota c’è la curiosità, elemento prezioso da non abbandonare
mai.
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