L’amore
era destinato a crescere e maturare in un altro momento della vita
di
Cristina Podestà
(Commento
a Era
un tango delle rose, PL, 26/12/17)
Un racconto di piacevole lettura: l'ambientazione marina è suggestiva e
attraente in un'estate assolata e vera, di un tempo che fu e che, trasformata
dal ricordo e dalla nostalgia, appare più limpida. I due protagonisti, Giorgio
e Silvia, giovani ma non ragazzi, hanno già un trascorso affettivo sofferto, un
amore sbagliato e deludente, un fallimento.
Per
questo, nei silenzi iniziali della sera, dopo una giornata allusiva e
promettente, emergono insicurezze e timori di interpretazioni sbagliate. Il caso,
anche questa volta, ha rispolverato un amore sbocciato unilateralmente in un
tempo non giusto, in un momento inappropriato.
Ma era un amore destinato a
nascere e crescere più avanti, più tardi; solo che ora, proprio mentre i tempi
giusti sono arrivati, Giorgio e Silvia percepiscono che qualcosa sta succedendo
ma non sanno esattamente cosa, quando, perché. Infatti non i due protagonisti
ma il caso ha deciso così, e loro temono che l'altro possa
indietreggiare.
Ma
la musica è quella giusta, il tango è pronto, l'atmosfera si scalda e gli occhi,
sì gli occhi soltanto, non il volto di cui Giorgio non ha più memoria, sono lì,
spalancati sul futuro; d' improvviso lui li rammenta insieme alle parole “sarai
felice“.
Eccola la felicità, legata a quegli occhi, alla veste che segna il
corpo sinuoso, alla voce cristallina che lo ha cortesemente e amorevolmente preso
in giro durante il giorno. L'amore è racchiuso negli occhi che parlano e
rispondono con lo stupore della sorpresa di ciò che doveva succedere e si
temeva; il futuro è dentro quegli occhi innocenti di allora, che lo colpirono e
lo stordirono tanto da conservarne il ricordo lontano.
E il mare e la sabbia assistono
inconsapevoli, col loro silenzio rumoroso, alla realizzazione concreta di una
fusione fisica e psichica di due persone che si erano promesse molti anni
prima.
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