Il bisticcio tra Vladimir
Luxuria e Asia Argento: sempre al centro la questione della violenza sulle
donne. E delle loro reazioni di fronte ai soprusi
di Marina Zinzani
La
capacità di chiedere scusa non è da tutti. Non è semplice tornare sui propri
passi, rivedere cose dette, fatte, pensate, e rivederle con l’inserimento di un
dubbio. A volte l’orgoglio non fa soffermarsi, si va avanti come niente fosse, piuttosto
che chiedere scusa.
Chiedere
scusa è un’imposizione fatta ai bambini.
“Chiedi scusa!” risuona familiare nella propria storia o in quelle vicino a
noi. Ma da adulti è raro chiedere scusa, è percorso difficile, coraggioso,
quelle decisioni che implicano l’essere disorientati con i propri errori, ammettere
un momento di superficialità, un comportamento di cui non si valutavano bene le
conseguenze.
Le
scuse, perché complete, perché diventino balsamo benefico, si perfezionano con
la loro accettazione; la vittima le accetta e guarda oltre, quasi incoraggiata
lei stessa nel suo percorso di ricostruzione, in cui c’è una ferita. A volte è
una ferita piccola, data da una parola di troppo, da un commento sarcastico, a
volte è una ferita più profonda, che non si risolve facilmente. Ma le scuse
possono aiutare.
E’
solo una delle tante notizie di cronaca: Luxuria aveva attaccato Asia Argento
sulla vicenda Harvey Weinstein. Era sembrata critica sulla denuncia
dell’attrice.
Ora
Luxuria è tornata sui suoi passi, ed ha chiesto pubblicamente scusa ad Asia
Argento, in una lettera aperta in cui manifesta quasi vergogna per quello che aveva
detto. E‘ una lettera che fa riflettere, perché in un mondo in cui si urlano
tante cose, spesso crudeli, senza pensare all’altro, l’ammettere un proprio
errore richiama alla gentilezza, alla comprensione, e all’importanza del dubbio.
La
replica di Asia Argento è arrivata. Scuse accettate. “La vita è un bel libro,
voltiamo pagina” ha scritto Asia su Twitter. C’è qualcosa di bello,
costruttivo, una piccola rigenerazione in queste due parole: “voltiamo pagina”.
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