La fragilità che
incontriamo in noi, il bisogno di quella voce per uscire dall’inquietudine
di Marina Zinzani
Le cose del passato
che non si riparano
i coperchi che non
sempre coprono
il non riconoscersi in
quella persona che si era
per gli altri è la
stessa
le conseguenze di un
atto
un innamoramento
sbagliato
l’infelicità
matrimoniale
che si riversa sui
figli
dando delle sfumature
inquiete
e sui figli dei figli
perché il fuscello è
stato esposto al vento
alle intemperie
il cammino tortuoso su
cui si cade
si alza gli occhi
e non c’è nessuno che
dà una mano
le inquietudini che
sono dietro ai silenzi
e intanto la vita
scorre
con la sensazione di
non viverla appieno
rumore di ricordi,
quadri alterati
com’è difficile
ripulire la mente
dagli errori
forse perché non accettiamo
l’imperfezione
temiamo il giudizio
degli altri
prima di tutto il
nostro
secondo i canoni di
ciò che ci hanno insegnato
imparare a sbagliare
“passerà, è
un’esperienza”
avrebbe dovuto dire
nostro padre, nostra madre
vestiti logori
la salvezza sarebbe
togliersi tutto
e ritrovare quella
voce, quella voce dentro
e le sue ragioni
comprenderla
diventare finalmente
sua amica
lasciarsi andare
lascia che sia, dicono
in Oriente
e la natura ripara
ripara le ferite
e ci si accorge un
giorno
che c’è ancora tanto
da vivere.
Bellissima
RispondiEliminagrazie da Liana