Catullo, 84 a.C.-54 a.C. |
“Odi et
amo”, scrive Catullo, chiedendosi come sia possibile provare sentimenti così
diversi
di Laura Maria Di Forti
Odio e
amo. Non odio e amo solo te, ma ogni cosa. E in principio io odio, innanzitutto
io odio. Ogni cosa, odio e basta, in modo totale, illimitato, esclusivo, senza
mezzi termini, senza cercare di non odiare.
Ma poi
io amo. Amo incondizionatamente te, e non solo, amo ogni essere, azione, opera.
Io amo tutto. E amo rifiutando di non amare.
Odio e
amo pienamente e senza discernimento. L’infinito, l’assoluto, l’eternità. Senza
confini, senza limiti, senza sosta.
Per quale
ragione tutto questo mi accade, è un mistero, l’arcano segreto che mai sarà
svelato, l’enigma che brucia in perenne, immutabile moto perpetuo.
Odio e
amo senza tregua e senza senno. Sono legato a questo ignoto, intimo, profondo
scontro della mia anima. Diviso, come tagliato in due, senza saperne il motivo.
Non so,
e in questo non sapere, di fronte a questa ineluttabile e straziante condizione
della mia vita, io mi sento condannato al sacrificio come uno schiavo ritenuto
indegno.
E
questo castigo, questa croce su cui io mi immolo senza poter fare altrimenti, è
il risultato della mia miserabile condizione. Io sono, e sempre sarò, il tuo
schiavo d’amore.
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