Rinchiusi in casa ci sentiamo più vicini
agli altri, forse ci rendiamo conto che avevamo smarrito l’orientamento
di un lettore
di Pagine Letterarie
(Commento a Il
mondo che rinascerà, PL, 27/3/20)
Strano il mondo, ora che
siamo "rinchiusi" siamo invece tutti più vicini. Ci saremo resi conto
che l'egoismo è dannoso? Che non è giusto non pensare anche agli altri quando
noi stiamo bene di salute, in famiglia, col lavoro? Ci saremo accorti che
#lunionefalaforza e che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma
solo insieme?
Fino a poco tempo fa i
social ci facevano sentire tutti uniti, ma era un'unione falsa; molta gente,
troppa gente si sentiva invece sola, ce lo dimostravano anche le cronache
quotidiane. Il Papa il 27 marzo ha detto "su questa barca ci siamo
tutti", una frase semplice che mi è piaciuta tantissimo. Ciò che faceva la
differenza e che ci rendeva molto egoisti erano i soldi, il potere, la
bellezza, la notorietà, la sicurezza di un posto di lavoro, il godere di ottima
salute, e queste cose non facevano comprendere veramente a tutti che chi sta in
difficoltà merita l'attenzione e la cura di chi ha la fortuna di passarsela
meglio.
Il Covid-19 ci ha resi tutti
"impauriti e smarriti" - sempre parole di Francesco - tutti, allo
stesso modo. Una bella sciabordata a un mondo che stava andando alla rovescia.
Dispiace solo per chi non ce l'ha fatta, per chi non avrà più l'occasione di
vivere in un mondo diverso, perché mi auguro che questo lato positivo dell’immane
tragedia - credo l'unico - si realizzi.
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