Amore e amicizia: il
difficile rapporto con l’altro
di Paolo Biondi
In
un tempo, non del tutto remoto, l’amore era intimamente congiunto con il rispetto:
due sentimenti che accompagnano l’adempimento dei doveri verso gli altri. Oggi
trionfante è il vizio della mancanza di rispetto e carente il dovere di amare
l’altro, come dimostrato dal proliferare della violenza di genere.
Terribile
è lo svuotamento del sentimento del rispetto quando nega la reciprocità e
misconosce l’altro come persona. L’amore, spogliato del rispetto, si muta
nell’indifferenza e cresce il vizio della misantropia. Carente è l’educazione a
porsi sullo stesso piano dell’altro, per favorire la relazione, e disatteso il
compito di prendersi cura della sua felicità.
Accade
spesso che beneficiamo l’altro secondo il nostro, individuale, concetto di
felicità e non secondo i suoi bisogni: ne deriva un atteggiamento
paternalistico che svilisce il partner, creando dissapori e talvolta tragedia.
Solo
ideale pare la perfetta combinazione di amore e rispetto che si traduce in
amicizia: nel manifestarsi dell’amicizia, il rispetto limita la spinta
fusionale dell’amore, ovvero l’eccessiva confidenza che confina con
l’invadenza. Il rispetto allontana per fare spazio all’altro, per consentirgli
di manifestarsi quale persona libera e razionale. Esso non ingenera
insensibilità o freddezza, ma, insieme all’amore, una condivisione in cui la
confidenza è mantenuta viva dalla discrezione.
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