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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

Luci nascoste

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Il proprio stile di vita per costruire la “casa” dell’anima di Marina Zinzani (Guardando L’impero delle luci di René Magritte) Quella luce là in fondo da qualche parte è una casa no, è qualcos’altro luce che ispira luce, ricordi e futuro qualcosa da ricercare sempre dentro di sé.

Il tagliacarte

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Racconto di  Vespina Fortuna Tratto da “Donne maledette” (ap) Una raccolta di storie (immaginarie) di donne che hanno vissuto sulla loro pelle un orrore, diverso per natura, ma sempre lacerante, affrontato con una forza disperata, alla ricerca di una via di uscita, forse impossibile da trovare. In quel periodo non navigavamo in buone acque.  Mio padre aveva trascorso gli ultimi anni della propria vita a cercare di rimediare agli errori di mio fratello e alla fine si era arreso. Aveva gettato la spugna lasciandoci tutte in un mare di guai. Avevamo i creditori alla porta e i carabinieri dentro casa. A quel tempo ero ancora una ragazzina, ma sentivo già il bisogno di fare qualcosa anche io per riportarci tutte a galla. 

Riprendendo le carabattole, la mattina

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La memoria notturna è solo illusione, il presente spesso ci tiene in ostaggio di Giovanna Vannini Mi sveglio, portando dal sonno appena lasciato pensieri in ricordi. Ho sognato stanotte, no era già stamattina. Ho sognato immagini che conosco, luoghi che troppo bene rammento, persone che ancora ci sono.

Vulcano spento?

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L’amore non ha età: la struggente atmosfera dei sentimenti in ogni momento della vita di Paolo Brondi Per la “saggezza” latina, l’amore senile è una cosa turpe (turpis est senilis amor). E’ considerare bruttezza quel riscoprire, anche in là degli anni, un amore, o di coppia o di affetto, favorito oggi dalla vita media (settantanove anni per le donne e settantatré per gli uomini) e che può gioiosamente impedire di trascorrere più di un decennio della propria vita senza affetti, come un vulcano spento.

L’altra riva

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Il ritratto delle famiglie rivela a volte silenzi, paure, incomprensioni: mari in tempesta, quasi mine vaganti di Marina Zinzani (Guardando il film Mine vaganti, 2010,   di Ferzan Özpetek) I silenzi in casa, parole che si fermano nella gola, paura di andare oltre ai discorsi consueti di tutti i giorni. Il mondo dell’altro che appare così lontano. In mezzo, un mare difficile da percorrere a piedi, non si può attraversare il mare a piedi, ci vuole una barca che scivoli fra le acque, che si faccia portare dal vento, che possa compiere un viaggio ardito.

Il capanno sulla spiaggia

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Piccole orme lasciate sulla sabbia, come tracce per ritrovare ricordi d’infanzia. Un cammino a ritroso. Verso il mistero Racconto  di  Angelo Perrone Quando potevo correre sulla spiaggia, ero felice. Ci andavo di prima mattina, mentre il sole era appena spuntato sul mare e il buio tardava a dileguarsi. La raggiungevo in bicicletta, dopo aver percorso stradine sconnesse, punteggiate da rami o pigne, nella pineta che separava la mia casa dal mare.

Diario di bordo

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Si riflettono sul nostro volto le esperienze di vita, tentativi di reazione ad un intimo disagio di Maria Cristina Capitoni Sono le strade tutte quelle intraprese a forgiare i contorni del volto ogni ruga ogni segno ogni ombra rifratta dal naso distorta sul mento come mappa o diario di bordo  da tener per il tempo a venire  per capire o cercar di trovare il motivo di tanto dispendio di pace

L’attimo prima

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Angoscia e preoccupazione, l’istante tempestoso che precede certe decisioni di Marina Zinzani (Intervento di Angelo Perrone) (ap) C’è un momento, tra gli altri, in cui tutto si compie. Si attraversa il guado finalmente, dopo tante perplessità e incertezze, e si è dall’altra parte del fiume. Un’altra, più bella e promettente, è la sponda che ci attende. La decisione è finalmente presa. Il disagio che fino a quel momento ci aveva stravolto ha trovato comunque un suo esito.

Quale donna? E’ “indifferente"

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Marcel Proust: l’ambiguità dei sentimenti, la strana attrazione per ciò che la vita nasconde di Paolo Brondi L'Indifférent è il titolo di una novella scritta da Marcel Proust, probabilmente nel 1893, all'età di ventidue anni. Pubblicata nel 1896, poi trascurata e dimenticata dallo stesso autore, venne riscoperta dallo studioso Philip Kolbe che la ripubblicò, con stesso titolo, da Gallimard, nel 1978.

Beethoven, donare la gioia

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La bellezza delle note musicali e non solo: tanti sono i raggi di sole capaci di darci calore di Marina Zinzani C’è un libro di Romain Rolland che parla della vita di Beethoven. Una frase sembra raccogliere l’essenza della vita di questo uomo: «Un essere disgraziato, povero, infermo, solitario, il dolore fatto uomo, un escluso dalla gioia del mondo, crea la Gioia per donarla ai suoi simili, la foggia con la propria miseria, come lui stesso ha detto attraverso queste fiere parole, che riassumono la sua vita e rappresentano il motto di ogni anima eroica: “Durch Leiden Freude”. La gioia attraverso la sofferenza.»

Quei baffi neri all’insù, per sempre

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Con la riesumazione del corpo di Salvador Dalì per una contesa sulla sua eredità, la scoperta dell’ultima sorprendente “creazione” surrealista del pittore di  Mariagrazia Passamano  * Il genio, l’anticonvenzionale, l’autocelebrativo, il visionario, il Franchista, Salvador Dalì, a 28 anni di distanza dalla sua morte non smette di stupire: la sua stravaganza ed eccentricità persiste anche oltre la sua stessa esistenza.

Meryl, la rinascita della bellezza

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Lo stretto sentiero che porta così in alto: il cuore e l’arte di Marina Zinzani “Prendi il tuo cuore spezzato e rendilo arte”. Così si conclude il discorso di Meryl Streep ai Golden Globe 2017. E’ una frase che le aveva detto Carrie Fisher, scomparsa recentemente. E’ una frase sorprendente, nella sua bellezza ed evocazione. Vengono in mente dei libri, come “Paula” di Isabel Allende, quel senso di salvezza che lei aveva provato scrivendo del calvario della figlia. Si pensa a quando la   scrittura è stata salvifica per qualcuno.   E non solo la scrittura.

Noi e il castigo

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Il “chiaro” e lo “scuro”, nella coscienza individuale e nelle regole giuridiche. Il castigo esistenziale così diverso dalla pena di Valeria Giovannini (Con un intervento di Angelo Perrone) "In ogni condanna e in ogni assoluzione che rivolgiamo agli altri c'è un volgare rigurgito di innocenza per noi stessi, guadagnato a poco prezzo. Con la condanna infatti vogliamo soprattutto evitare di vedere noi stessi", scrisse tempo fa Umberto Galimberti.

Il tempo che cade

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Tutto all’improvviso: il fuoco acceso, la lontananza del ricordo, il silenzio di Maria Cristina Capitoni Nessuno si accorse che era già tutto finito  Chiusi l'uscio sul buio di quel volto impaurito  Ti dissi fermati che il nostro tempo è andato Dicesti fermami, poiché non l'ho capito

Timide lucciole

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Il ricordo della vita agreste di un tempo di Paolo Brondi Fu gioia in tempo remoto scartocciare sull’aia il grano vestito fino al tepore del sole calante e udire in luna crescente canti lascivi di giovani agresti

Caffè. Quello “sospeso” fa ancora più bene

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A Napoli, l’usanza di lasciare pagato un caffè per qualcuno che non possa permetterselo di Marina Zinzani Un recente studio ha stabilito che bere anche solo un caffè al giorno fa bene, molto bene. Il caffè accompagna dei momenti. E’ compagno di uno sguardo dalla finestra, o mentre si sfoglia il giornale, o in mezzo a chiacchiere con un amico. E’ la vitalità che si cerca quando si percepisce la stanchezza, è una risposta tonica alle pause quotidiane, e diventa appuntamento delicato e gradevole per la nostra anima.

Con i tuoi occhi

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Il colloquio sofferto con la madre, specchio del proprio essere più profondo di Vespina Fortuna Questo è quel che hanno fatto del mio corpo madre quel corpo che tu hai custodito con amore quello che hai nutrito col tuo petto e allevato con dedizione e cura.

Aprire le porte

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I sensi di colpa? Il rimedio è comunque uscire dalla solitudine di Marina Zinzani (Commento a Il buono che è in noi , PL,   14/7/17) La solitudine e il raccontare. Queste due parole si accompagnano spesso ad un sentimento poco citato ma così presente: il senso di colpa. Cresce con l’uomo la percezione di essere in difetto, di avere sbagliato. Si prova fin da piccoli il senso di colpa. Da giovani e da adulti si evolve, in forme subdole e misteriose, in un intreccio in cui è difficile districarsi.

Ali spezzate

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di Marina Zinzani (Intervento di Angelo Perrone) (ap) 547 bambini vittime di violenza tra il 1945 e il 1990 nel coro delle voci bianche del Duomo di Ratisbona, secondo il rapporto fatto dall'avvocato Ulrich Weber su incarico della Chiesa: 67 subirono anche abusi sessuali. Il fratello del papa emerito Benedetto XVI è stato direttore del coro per trenta anni, tra il 1964 e il 1994. Un nuovo dramma per la Chiesa. Occasione per fare chiarezza sullo scandalo degli abusi verso i minori.

Evviva

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I simboli degli eccidi di mafia, un’altra forma della memoria collettiva di Maria Cristina Capitoni (Commento a Palermo, una memoria italiana , PL, 19/7/17) Un uomo, Paolo Borsellino, talmente straordinario da riuscire a farsi ricordare, in un paese dalla memoria corta, anche dopo 25 anni.

Galeotta la minigonna

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Una modella si è fatta fotografare mentre passeggiava in minigonna e t-shirt con la pancia scoperta. La notizia? Era in Arabia Saudita (ap) Khulod (questo il suo nickname) l’ha fatta proprio grossa, postare su Snapchat un video che la ritrae in minigonna e t-shirt. Oltre tutto la maglia le lascia scoperta una parte della schiena e del ventre. L’errore di questa ragazza, definita sul web “una modella”? Girare il video a Ushayqir, cittadina fin qui sconosciuta ai più, ma sito storico a 150 km da Riad, capitale dell’Arabia Saudita, una delle zone – si fa per dire – più conservatrici del regno saudita.

Palermo, una memoria italiana

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Ricordando Paolo Borsellino, venticinque anni dopo di Marina Zinzani Palermo e la memoria. Venticinque anni dopo, il mare di Mondello offre ancora le sue acque cristalline, la gioia di un panorama incantevole, le sue ville liberty. Ce lo immaginiamo, Paolo Borsellino, che camminava sulla spiaggia scrutando l’orizzonte, con l’immancabile sigaretta accesa.

Fuori dal coro

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Molti modi per sentirsi “straniero”: quel senso irriducibile di “estraneità” nella vita di ciascuno. Camminare sulla stessa terra non sempre dà sollievo di Mariagrazia Passamano * - Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello? - Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello. - I tuoi amici? - Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto. - La patria? - Non so sotto quale latitudine si trovi. - La bellezza? - L'amerei volentieri, dea e immortale. - L'oro? - Lo odio come voi odiate Dio. - Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero? - Amo le nuvole. Le nuvole che passano. Laggiù. Le meravigliose nuvole! ( Charles Baudelaire, Lo straniero)

L’arte del perdere

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Ricordi, affetti, memorie: quando volano i tasselli dell’esistenza di Marina Zinzani L’arte del perdere è una definizione citata in un film, “Still Alice”. Parla di una donna che si ammala precocemente del morbo di Alzheimer e vede perdere ogni giorno pezzi del suo mondo, delle sue capacità cognitive e fisiche. Film bello e struggente, con Julianne Moore. Lei ha vinto anche l’Oscar per migliore attrice per questa interpretazione.

L’utopia non basta

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L’infelicità? Può persino servire ad essere felici di Francesco Gozzi  (Commento a Il presente che vorremmo , PL, 10/7/17) Effettivamente l'esistenza del dolore e del male è forse il più grande dei problemi per un credente; e lo è ancor più il fatto che essi sembrano colpire più i buoni e gli innocenti che non i malvagi.

Una merenda? Con il contadino

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Il buono che è in noi

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Rimorsi, vergogna, incubi: espressioni diverse del senso di colpa. Da contrastare, per non essere sopraffatti di Sonia Scarpante (Tratto dal contributo inserito nel libro Medicina narrativa , a cura di Marilena Bongiovanni e Pina Travagliante, Angeli editore, 2017) Non sai realmente cosa ti è capitato, provi un senso di vergogna, ti senti sporca, senti l’odore di quella persona, il respiro, continui a lavarti le parti intime sperando di svegliarti da quell’incubo, ma non è così, anzi, ti senti colpevole perché pensi che la colpa di tutto ciò sia tua.

Degustando in Garfagnana

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Al telaio

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Il ciclo della vita sembra portatore di luce, nasconde invece una trama di eventi misteriosi di Maria Cristina Capitoni Il sole è già sorto su coltri di nubi occhieggia di rosso infuocato Il mattino è tornato  in silenzio

Margherite, sulla spiaggia

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Fregene : il fascino che l’ha resa famosa? Un’idea di luogo separato dal mondo anche se vicinissimo a Roma. Un’immagine “californiana”, ma più casalinga e più umana di quella originale (ap) Se ogni capitale pur lontana dal mare ha la sua spiaggia, Roma ha Fregene. La grande città cerca di ritagliarsi uno spazio sulla spiaggia e questo diviene alla fine immagine di sé. Un angolo della sua esistenza e del suo modo di essere, una proiezione del suo stile e della sua consistenza più intima, tra desiderio di modernità, ricerca di un prolungamento del proprio territorio oltre i limiti materiali, sconfinamento esistenziale al di là degli angusti margini del frustrante ritmo della metropoli.

Che c’entrano i bambini?

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Le “umane genti” di fronte al dolore senza risposta di Paolo Brondi Di fronte al dolore, non ci si accontenta di spiegazioni razionali, o morali e neppure teologiche: tutte sono inadeguate e finiscono per scoppiare tra le mani. Chi visita Auschwitz mette in relazione la straziante sofferenza umana e l'agire di Dio constatando la tragica assenza della mano divina.

Quale verità su Charlie Gard ?

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La legge e la coscienza, l’angusto spazio dell’umanità di Marina Zinzani (Commento di Angelo Perrone) Ci sono tante cose che si sono scritte, riguardo al piccolo Charlie Gard. Ci sono anche cose che non si leggono in modo chiaro sulle prime pagine: il fatto che il bimbo ha subito un danno cerebrale grave e irreversibile; il fatto che i medici, chiedendo di sospendere la respirazione artificiale, ritenevano di agire nell’interesse del bambino, che va incontro a intense e a insopportabili sofferenze; il fatto che i giudici hanno dato ragione ai medici inglesi, ma anche dopo aver interpellato medici statunitensi, i quali hanno ribadito che la terapia sperimentale non può curare il danno cerebrale del bambino.

Dice a me? Piacere

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Una parola per raccontare un pezzo della vita, quello che piacevolmente fummo di Giovanna Vannini Piacere. Piacersi . Provare piacere . Dare piacere . Saper piacere. Quante cose si fanno, si danno per piacere, si provano col piacere. Verbo, sostantivo. Modo di godere la vita, sensazione che dovrebbe ad oltranza accompagnarla. Il piacere spesso sfugge, se ne assapora l'importanza solo dopo averlo provato, solo quando da troppo ci manca. Quando siamo "in piacere" pare scontato, quando si brama pare inarrivabile.

Anoressia segreta

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Il rifiuto del cibo non dipende soltanto dal culto della magrezza, i meccanismi complessi della mente di Marina Zinzani L’anoressia e il rifiuto del cibo: si sa poco dei meccanismi della mente, che provocano un corto circuito fino a non desiderare più il cibo, o a controllarlo in una forma maniacale.  Bisognerebbe partire da un’analogia: rifiuto del cibo, rifiuto del cibo che nutre, che nutre il corpo e la propria vitalità, rifiuto della propria vita attuale.

Corruzione, il destino non ancora segnato

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La letteratura regala storie di fantasia per raccontare il dolore dei giusti e le nostre speranze: sono carezze per l’anima, fanno riabbracciare i sogni di Mariagrazia Passamano * Alcuni libri sembrano attenderti da sempre, appaiono un  po’ come i grandi insegnanti capaci di leggerti dentro, di sognarti diverso, migliore. Rappresentano quell’incontro che avresti sempre voluto fare, quell’amico che sogni di riabbracciare, quello in grado di dirti sempre le parole giuste, quello che ti va di ascoltare quando tutto sembra perso e rassegnato dentro e fuori di te.

Il presente che vorremmo

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Non è poi così male, la tradizione: vuoi mettere una lettera scritta a mano? di Paolo Brondi Posso apparire un tradizionalista. Lo ammetto, ma a patto di non confondere il tradizionalismo con un atteggiamento reazionario. Il reazionario distingue fra il presente negativo e il passato buono: la sua finalità è di restaurare il passato nel presente, negando ogni traccia di questo! 

Uno sguardo, oltre le finestre di casa

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La casa (restaurata) di “Silvia”: una prospettiva inedita per il canto libero di Giacomo Leopardi (ap) Le finestre del palazzo di famiglia affacciavano proprio su quella casa, adibita a scuderie, posta in una piccola piazza di paese, nella quiete delle colline marchigiane, a pochi chilometri dalla Riviera del Conero e non lontano dai Monti sibillini.  Lì, nella casa di fronte, a pochi passi, abitava Teresa Fattorini, la giovane figlia del cocchiere, che vi trascorreva le giornate intenta a lavori di cucito e alla tessitura di stoffe pregiate, e morì di tubercolosi a soli ventun anni.

Il senso della sconfitta

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Tanti volti diversi: sempre un insuccesso di Marina Zinzani  La sconfitta è entrare in una casa vuota e trovare solo se stessi, davanti ad uno specchio rotto. È il sapore amaro, solitudine e incomprensione invitati a tavola.