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Il nostro tempo

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Sfuma la percezione della realtà. E il suo incantesimo di Marina Zinzani Candide mani candide vesta erano così le poesie di un tempo si è perduto tutto i selfie con i morti si fanno ora molti like, questo conta l’800 è lontano le parole gentili sono rare e il cammino sembra fra le tenebre

Un pizzico di fantasia in più

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Il fascino nascosto della posta di una volta: altri tempi, ma anche altri contenuti di Paolo Brondi Una frenetica rivoluzione culturale ha sconvolto le nostre arti del vivere. Il cambiamento è stato fragoroso e niente procede come prima: si comunica per sms, per mail, senza quasi più mettere mano a una penna e inviare lettere. Comunque sia, non possiamo vivere rinunciando al meraviglioso, alla felicità di essere, all'attesa, allo stupore, senza rischiare di perdersi sotto l'alone della banalità, dell'incompiuto.

Simulacri di idee

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La diffusione di immagini e messaggi mediatici genera una sorta di ruminazione concettuale, in cui sono proprio le idee a smarrirsi di Paolo Brondi L’indifferenza pare il punto raggiunto dalla pluralità dei progetti, delle promesse, dei pronunciamenti che, oggi, inducono alla perenne esplosione dei messaggi mediatici. I conflitti fra le parti in possesso di diverso potere sembrano una fantasmagoria. La celerità dei rivolgimenti dei pareri, delle scadenze, della credibilità e fiducia verso il nuovo determina nel corpo sociale una sorta di ruminazione uditiva, visiva, concettuale, di frasi, discorsi, orazioni, che assumono l’aspetto del simulacro.

La fantasia smarrita

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di Cristina Podestà   (Commento a Brondi, Magia del regolo, tra fiaba e tecnologia, PL, 12/6/16) Regolo è termine che riconduce a molte realtà: alla stella della costellazione del Leone, ad un calcolatore meccanico, ad un tipo di uccello protetto. Il mondo contadino di un tempo era davvero ricco, non di pane, bensì di tutto ciò che manca al giorno d'oggi, in cui abbiamo in abbondanza pane e companatico.

Magia del “regolo”, tra fiaba e tecnologia

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di Paolo Brondi Ci sono libri che vengono pubblicati e pubblicizzati con gran stuolo di immagini e fanfare. Altri, pur d’indubbia rarità e bellezza, restano nell’ombra e quasi ignorati. È il caso del libro che s’intitola Il Regolo (Libreria Editrice Fiorentina, 1978).