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Effimero quell'amore

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Acqua cheta o passione, un soffio comunque vitale di Paolo Brondi Accade sempre così, un gran mare di malinconia si apre quando un amore finisce. Lo dicono anche i versi di un grande amatore: “E noi che pensiamo la felicità, come un’ascesa, ne avremmo, l’emozione, quasi sconcertante, di quando cosa ch’è felice, cade..” (R. M. Rilke).

Il sole tornerà a tuffarsi nel mare

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Fragilità dei rapporti: la difficile accettazione dell’addio, prima di nuove avventure di Cristina Podestà  (Commento a Dirsi addio , PL, 2/12/17) L' amore è irrazionale e folle. Ma, con le parole di William Shakespeare, "Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l' altro si allontana".

Fuori dal coro

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Molti modi per sentirsi “straniero”: quel senso irriducibile di “estraneità” nella vita di ciascuno. Camminare sulla stessa terra non sempre dà sollievo di Mariagrazia Passamano * - Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? Tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello? - Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello. - I tuoi amici? - Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto. - La patria? - Non so sotto quale latitudine si trovi. - La bellezza? - L'amerei volentieri, dea e immortale. - L'oro? - Lo odio come voi odiate Dio. - Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero? - Amo le nuvole. Le nuvole che passano. Laggiù. Le meravigliose nuvole! ( Charles Baudelaire, Lo straniero)

Il fiato delle farfalle

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Il futuro? Comincia “aggrappandosi ad una foglia  che volteggia” di Paolo Brondi Cos'è il futuro, qual è il mio futuro? Molti si pongono questa domanda, e maggiore ancora è il numero di chi la rumina dentro senza parola, oggi che la crisi non è superata, ma ancora stende le sue ali, spesso funeste.

I perché dell’assenza di Dio

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di Francesco Gozzi Quello del dolore (e dunque del male) è il più grande dei misteri e a me riesce difficile vedere il dolore stesso come una prova attraverso la quale guadagniamo o perdiamo il bene eterno perché esso colpisce a casaccio, colpisce anche (o soprattutto) gli innocenti. La pensava così pure Shakespeare, scrittore assolutamente laico, che nelle sue grandi tragedie s'interroga soprattutto sul perché dell'esistenza del male e della sua prevalenza sul bene, sull’assenza di Dio.