Passa ai contenuti principali

Dolores O’Riordan: proteggersi da solo? Musica come cura e monito

«E’ vero ciò che la gente dice: “Dio protegge chi si aiuta da sé, a proprio modo”.  E spesso mi sono chiesta “Chi protegge coloro che non riescono a proteggersi da soli?”» Fee Fi Fo (The Cranberries)

(Marina Zinzani) ▪️Una storia di abusi e il fascino della musica. Dolores O’ Riordan, la cantante dei “Cranberries” ha parlato in alcune interviste del suo buco nero, iniziato quando da bambina ha subito molestie da un amico di famiglia, molestie durate anni. Forse da lì sono partiti i suoi disturbi, l’anoressia, il disturbo bipolare, la depressione, il disagio di vivere che le aveva fatto pensare al suicidio.
Ha parlato anche del suo dedicarsi alla musica, allo scrivere canzoni come una cura. Musica come forma artistica che tocca linguaggi dell’anima che sono comprensibili, in una sorta di tam tam misterioso che rende la vita più interessante, più piacevole, e fa sentire una voce amica, come rimedio per malinconie, ma anche per sottolineare le giornate piene di sole.
“Dio protegge chi si aiuta da sé” è una frase dura, inquietante: perché si sa la storia che c’è dietro, e il testo, terribile, deve essere un monito. Non si sa per cosa: per dimenticare, per punire, per elevarci.
46 anni sono pochi per andarsene. Forse la sua anima stanca, che aveva tanto sofferto, si è arresa. Restano le sue canzoni, la sua storia. E forse molto altro.

Commenti

  1. ...la sua voce, leggera come il rincorrersi di nuvole nei cieli d'Irlanda, terra oscura e meravigliosa. Grazie Dolores, per tutto, buon rientro.

    RispondiElimina
  2. Una canzone meravigliosamente dolorosa, come lei... Fee Fi Fo...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

👻 Varosha e il vuoto: la città fantasma di Cipro come specchio interiore

(Introduzione a Daniela Barone). Varosha non è solo un quartiere abbandonato di Famagosta, ma il simbolo di un trauma storico congelato all'estate del 1974. Tra le sue rovine silenziose e le spiagge un tempo meta del jet set, si nasconde il racconto della violenza e della perdita, ma anche una profonda lezione filosofica. Il suo status di "non luogo" si riflette nel vuoto interiore che, come esseri umani, siamo costretti ad affrontare.

📱 Dipendenza da notifiche e paura di restare fuori: perdersi qualcosa è una gioia

(Introduzione ad a.p.). L’iperconnessione asseconda il bisogno di controllo sulle cose e alimenta l’illusione che tutto, sentimenti e informazioni utili, sia davvero a portata di mano. Ma genera ansia e dipendenza. Questo ciclo vizioso è alimentato dalla chimica del nostro stesso cervello. Perché non pensare ad una "disconnessione felice" scoprendo il gusto di una maggiore libertà e della gioia di perdersi qualcosa?

⏳ Natale e la tirannia del presente: riscoprire l’attesa

(Introduzione ad a.p.). Abbiamo perso il senso del tempo, limitato al presente precario e fugace: occorre riscoprire il valore dell’attesa e della speranza, che hanno un significato religioso ma anche profondamente laico. L’iperconnessione e la continua ricerca di stimoli ci hanno reso schiavi di una visione frammentata, incapace di guardare oltre l'orizzonte immediato. Il Natale, con la sua simbologia, ci offre un antidoto a questa tirannia. • La corruzione del tempo (a.p.) ▪️ Quanti di noi, ogni momento, sono intenti a guardare il proprio cellulare? Immersi nella connessione perenne, con tutti e tutto, e dunque con niente? C’è l’ingordigia di cogliere qualsiasi aspetto della vita corrente, nell’illusione di viverla più intensamente che in ogni altro modo. Un’abbuffata di notizie, video, contatti con chiunque, senza sensi di colpa per questo sperdimento continuo del nostro esistere. Questo è il sintomo di una società dominata dalla "paura di restare fuori" e dalla ricerc...

🎵 Baby Gang e responsabilità: quando sceglievamo l’ultimo LP di Battiato

(Introduzione a Maria Cristina Capitoni). Di fronte agli episodi di cronaca che vedono protagonisti i giovani e le cosiddette "baby gang", la tendenza comune è cercare colpevoli esterni: la scuola, la famiglia, la noia. Ma è davvero solo una questione di mancati insegnamenti? In questo commento, l'autrice ci riporta alla realtà cruda degli anni '80, dimostrando che anche in contesti difficili, tra degrado e tentazioni, esiste sempre uno spazio sacro e inviolabile: quello della scelta individuale. Le inclinazioni dei giovani: gli insegnanti e le scelte dei ragazzi (Maria Cristina Capitoni) ▪️ La criminalità tra i giovani? Ovvero baby gang? Non è solo un problema di insegnamenti. Non c'è bisogno che un professore ti insegni che dar fuoco ad un barbone, massacrare di botte un tuo coetaneo non è cosa buona e giusta. Spesso poi questi "ragazzi" provengono da situazioni agiate, tanto che dichiarano di aver agito per noia. La mia giovinezza, erano gli anni ‘8...

Lettera di un padre alla figlia che parte

(a.p.*) ▪️ L'annuncio e i ricordi. “Papà, abbiamo intenzione di sposarci”. È la frase che ogni genitore si aspetta di sentire prima o poi, che ascolta con qualche timore, e con cui deve confrontarsi, facendo i conti con un groviglio di emozioni. La sua bambina è improvvisamente cresciuta, e lui, il genitore, non è più l’unico uomo, o donna, della sua vita, il soggetto principale intorno al quale la vita del figlio ha ruotato per tanto tempo. Pagine di letteratura, saggi, immagini di vita quotidiana, scene cinematografiche memorabili sono dedicate a questo tema eterno e sempre attuale: il figlio che lascia la casa paterna e comincia una nuova vita. E il padre e la madre, di fronte a quell’annuncio, rivedono, in sequenza, tanti passaggi della vita familiare. 🎈 Radici d'infanzia: Fregene, film e confidenze Anche a me è capitato, come a quel genitore, nel film “Il padre della sposa”, di ricordare alcuni momenti trascorsi con te, Daria: La carrozzina che ...