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Donna Rotunno, il "bulldog" a difesa di Harvey Weinstein

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Donna Rotunno, il nuovo difensore-donna di Harvey Weinstein, accusato di stupro e molestie, sta attuando una condotta aggressiva contro le presunte vittime. Un’idea muscolare della giustizia e una concezione del femminile maschilista, centrata sul potere (ap*) Molti se l’attendevano, per la notorietà del protagonista e delle sue presunte vittime, da Gwyneth Paltrow a Angelina Jolie, alla nostra Asia Argento, ma forse non fino a questo punto. Non mancano sorprese e colpi di scena nel processo per stupro e violenze sessuali a carico di Harvey Weinstein , in corso a New York. Le battute iniziali destano curiosità, e fanno riflettere.

L'arte che fa soffrire

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Non si può usare l’arte per mascherare sé stessi, ed apparire solo eccentrici di Maria Cristina Capitoni (Commento a Roman Polanski, l’arte e la biografia dello stupro , PL, 12/11/19) Un uomo piccolo piccolo, qui l'arte non c'entra nulla. Lui, Roman Polanski, ha un talento, indubbio, e indubbiamente sprecato; l'arte però è altra cosa, investe tutta la sfera vitale di una persona, illumina le zone d'ombra, nutre il quotidiano attraverso uno sguardo che tutto trasforma e reinterpreta in positivo, l'artista soffre ma non fa soffrire, non consapevolmente.

Polanski, l'arte e la biografia dello stupro

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Dietro l’accusa di stupro contro il regista Roman Polanski, autore del film J’accuse, l’eterna questione della libertà dell’arte rispetto al giudizio sulla persona dell’autore. La memoria non guarisce senza riparazione delle ferite. E l'arte non può giustificare nefandezze private (ap) L’accusa di stupro mossa dall’ex attrice francese Valentine Monnier , dopo 44 anni di silenzio, non è soltanto la quinta denuncia di questo tipo che piove sulla testa del regista franco-polacco Roman Polanski. Né è l’ennesimo episodio di violenza sessuale in cui sia coinvolto un personaggio dello spettacolo. Come a proposito del produttore cinematografico americano Harvey Weinstein , incolpato da uno stuolo di attrici, compresa la nostra Asia Argento.

Dalla parte dei bambini

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La perdita della spensieratezza di fronte alla brutalità della violenza, lo smarrimento dell’io nel furto del candore giovanile: l’ascolto e la consolazione, la ricomposizione dell’identità frantumata di Serena Biagini Rinasco.. Ero bambina…. Ferita nella carne viva.. Schiacciata dal sopruso.. Vergogna.. vergogna..

Quando il coraggio ha i suoi tempi

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Il coraggio di dire la verità, la sensazione di fare la cosa giusta. Anche se ha un costo di Marina Zinzani Ora anche il regista Quentin Tarantino fa il mea culpa sulla faccenda Weinstein. Sapeva o qualcosa aveva capito, e non ha fatto nulla. Si dispiace. Comunque qualcosa ha detto. Il suo comportamento è quello di chi lo dice dopo, quando altri hanno parlato, e diventa quasi impossibile non farlo.

La festa che non c'è

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Lo scandalo Harvey Weinstein è un abuso di potere: tra la vittima e il carnefice, il senso di colpa della donna (Angelo Perrone) Ora, arriva pure il pentimento di Jane Fonda. Anche lei sapeva ma ha taciuto: «avrei voluto essere più coraggiosa, mi vergogno», ha provato a giustificarsi con franchezza, spiegando di averlo fatto forse perché non la riguardava direttamente. Certo, come ha osservato Meryl Streep prendendone le distanze, non tutti a Hollywood erano a conoscenza di come Harvey Weinstein, il potentissimo produttore cinematografico americano, abusasse del suo potere.

Ali spezzate

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di Marina Zinzani (Intervento di Angelo Perrone) (ap) 547 bambini vittime di violenza tra il 1945 e il 1990 nel coro delle voci bianche del Duomo di Ratisbona, secondo il rapporto fatto dall'avvocato Ulrich Weber su incarico della Chiesa: 67 subirono anche abusi sessuali. Il fratello del papa emerito Benedetto XVI è stato direttore del coro per trenta anni, tra il 1964 e il 1994. Un nuovo dramma per la Chiesa. Occasione per fare chiarezza sullo scandalo degli abusi verso i minori.