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Visualizzazione dei post con l'etichetta Edward Hopper

In incognita a Varsavia

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Lettrice in treno  di Edward Hopper La finzione, non solo sul palcoscenico. Nei panni dell’esordiente Erika, si presenta una famosa attrice di teatro, è Rita “la rossa”. Per sfida o curiosità di Giovanna Vannini La stazione centrale di Berlino era appena passata. Il convoglio aveva ripreso il suo viaggio attraverso il tramonto. Quando il capotreno avesse annunciato la prossima fermata, sarebbe stato notte fonda. Tra cinque ore Varsavia. Mi persi, mi immersi, feci finta: di leggere, di capire, di memorizzare.

Senza grida

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Tavola calda di E. Hopper Rifugiarsi in sé stessi, àncora di salvezza dall’angoscia di Florio Frau Su scogli limacciosi la nostra carne indifesa notte dopo notte con fiati d’angoscia pugnala la disperazione. Mai l’alba è certezza. Unica certezza la   stretta delle nostre mani.

Morning sun

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Morning sun, di E. Hopper In attesa di qualcosa di Marina Zinzani Una donna seduta sul letto  guarda dalla finestra. Sembra in attesa,  come se quella giornata là fuori  potesse portare qualcosa di nuovo. Il silenzio è diventato roccia. Succede, nelle persone che si sentono invisibili.

Rosa (La malinconia)

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Edward Hopper di Marina Zinzani (Introduzione di Angelo Perrone) (ap) Racconti dedicati alle emozioni. Sono percezioni iniziali, stati d’animo appena avvertiti, sensazioni sfuggenti. Solo dopo diventano eventualmente sentimenti, convincimenti profondi. Hanno comunque la forza per influire sulle nostre scelte, cambiando a volta il destino di una vita. Nell’insieme, offrono una cornice in cui non sempre è facile orientarsi, capaci come sono di turbarci anche profondamente. Dopo “ Sabrina ”, dedicato all’invidia, e Ilaria sulla “rabbia”, ecco l’emozione della “malinconia”.

Inganni

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Edward Hopper Mille pensieri e un solo silenzio: l’inganno di una sparizione improvvisa di Maria Cristina Capitoni Poi il silenzio d’improvviso E l’equilibrio che vacilla Mille pensieri contrastanti Ed una sola ipotesi concreta Sei sparito O forse mai esistito

Il sole che non riscalda

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Room in New York , di E. Hopper Le storie d’amore quando finiscono: il passato che rende così difficile il nuovo inizio di Marina Zinzani Come si racconta una storia che finisce? Precarietà, terreno che cede sotto i piedi, lutto. Le parole che si usano in realtà sono altre, ma il senso che si respira è questo.

Osare

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Automat (Tavola calda), di E. Hopper Ripensare a se stessi, ritrovare la sicurezza perduta di Giovanna Vannini Dovrei ripensarmi un giorno di quelli che si fa silenzio intorno, riascoltarmi nelle pieghe, dirmi quello che non sempre ho il coraggio di dire, riconoscermi convinta la mia sicurezza, e non perdermi a controbattere con chi sbandiera le sue assolute verità. Con me osare, sentirmi migliore, con immensa umiltà.

Il riverbero del sole

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Morning sun , di Edward Hopper Lui più anziano, lei molto più giovane: la cronaca offre mille casi di amori difficili. Che a volte finiscono tra pettegolezzi e inganni di Marina Zinzani Ci sono storie d’amore non a lieto fine, che diventano terra di commenti, pettegolezzi, giudizi. Lui, lei, lui doveva, anche lei però. Diventano anche terra di silenzi, se sono storie segrete, consumate in camere nascoste, senza potere raccontare a nessuno dell’inizio, e della fine.

Il presente così eterno

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Cladigger,  di Edward Hopper Un senso di estraneità, l’attrazione verso un altro mondo Poesia di Maria Cristina Capitoni Vivo più di là  Che di qua Dormo otto ore al giorno  La notte  Quando qui è buio E di là si accende l’esistenza 

Altrove

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Automat di Edward Hopper Quel sentirsi straniato, lontano dalle cose e dalle persone, in solitudine di Marina Zinzani Le mie mani toccano la tazza calda è freddo il mondo attorno a me è sera è buio caffè riscaldami parlami di un posto magico di piantagioni, di persone