di Liana Monti
Ci troviamo in una tranquilla cittadina dove vivono persone rispettabili, che si occupano delle proprie faccende e dove tutto sembra svolgersi nella normalità.
Ma un giorno, alla centrale di polizia, un uomo si presenta con grande affanno e denuncia la scomparsa del suo principale, convinto che qualcuno lo abbia ucciso.
Inizia così il racconto, che inquieta e sorprende. Tra perplessità, sospetti, interrogatori e analisi, le indagini si svolgono con non pochi ostacoli.
Vengono così a galla segreti, bugie e difficoltà prima di allora insospettabili. Chi è il vero colpevole? E soprattutto, dove si trova l’uomo scomparso?
La situazione sembra chiarirsi in una certa direzione, quando ad un certo punto un piccolo indizio porta luce e offre la chiave per comprendere l’accaduto e trovare la soluzione dell’enigma. Un singolo piccolo oggetto, apparentemente insignificante che è invece un prezioso elemento nell’indagine, grazie al quale la pista da seguire diventa via via sempre più chiara e si arriva alla soluzione del problema. Un singolo piccolo oggetto, all’inizio trascurato, ma elemento fondamentale, che in quel luogo apparentemente non doveva proprio esserci: il fiammifero svedese.
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