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(Cafe Terrace, V. Van Gogh) |
di Marina Zinzani
“Un’opera ben fatta può non essere eterna, ma il pensiero in essa contenuto, nonché l’opera stessa, continueranno a esistere per un lungo, lunghissimo tempo.” Vincent Van Gogh – Lettere a Theo
Il pensiero contenuto in un’opera d’arte: questa frase di Vincent Van Gogh esplora una parte sconosciuta, non quella visiva, che tutti possono apprezzare, ma quella più nascosta, fatta dal percorso che ha portato l’artista a dipingere un quadro, o a scrivere una storia, a creare qualcosa.
Dietro, in effetti, può esserci molto. Può esserci tormento, l’incapacità di rapportarsi alle persone vicine o del proprio tempo, il non trovare condivisione della propria sensibilità. Ecco che allora l’arte diventa un mezzo, parola, colore, forma, linguaggio, che supera le barriere, che consegna agli altri la traccia del proprio pensiero e stato d’animo. Le proprie emozioni vivono, portate in un’altra dimensione.
L’incapacità di dialogo profondo, di sentirsi compresi, fa trovare strade alternative che cercano di pacificare l’anima. In questa strada si lasciano semi che diventano piante, fiori, emozioni in cui altri possono riconoscersi, anche dopo molti anni.
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