🎶 Il bosco dove le parole suonano


(a.p.).     ▪️Il bosco non aveva foglie, ma pagine. Ogni albero, dal più grande al più piccolo, portava rami carichi di parole che dondolavano come frutti al vento. Non erano frasi, ma singole gemme: Azzurro, Sussurro, Volo, Risata.
C’era una bambina, Viola, coi capelli rossi come l’autunno, che aveva il compito di raccoglierle. Non con un cesto, ma con i suoi occhi.
Viola si sedeva ai piedi del faggio più antico e leggeva.
Quando i suoi occhi incontravano la parola Magia, un campanellino segreto, appeso a un ramo invisibile, iniziava a tintinnare con note dolci e un po' stonate. Era il suono di ogni parola che prendeva vita.
Un giorno, un bambino timido, Leo, si unì a lei. Leo non leggeva ad alta voce, ma portava con sé un flauto di legno di sambuco.
Viola lesse: «Luna... Danza... Segreto».
Al tintinnio dei campanelli, Leo portò il flauto alle labbra. Non suonò una melodia perfetta, ma un gorgheggio incerto, un'eco di fiato e legno che mimava la parola "segreto", facendola vibrare come un sussurro.
Leggere per loro non era silenzio, ma una sinfonia. Le Risate suonavano come una grancassa, Azzurro era una lunga nota di clarinetto e Vento un rapido arpeggio.
Nel bosco, i bambini impararono che ogni libro non era solo inchiostro, ma un gigantesco, vivente strumento musicale. E che ogni storia, quando letta e suonata insieme, era il balocco più prezioso di tutti.

(Foto da Torino Bimbi)

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