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Sinner? Impegni di famiglia

(Angelo Perrone) L'assenza delle istituzioni italiane a Wimbledon per celebrare la storica vittoria di Jannik Sinner non è passata sotto silenzio. Stride a confronto della presenza sugli spalti del Re di Spagna, per sostenere Carlos Alcaraz, e del futuro Re d’Inghilterra. La giustificazione del ministro Abodi – «può capitare di avere bisogno di un giorno in famiglia» – è, a dir poco, singolare.
Un evento di tale portata, che innalza il nome dell'Italia sul palcoscenico mondiale, avrebbe meritato il riconoscimento immediato dello Stato, a partire dalla partecipazione di un suo rappresentante. Si tratta di un momento di orgoglio nazionale. L'idea che un impegno ufficiale di questa rilevanza possa essere sacrificato per una "giornata in famiglia" rivela scarsa comprensione del ruolo che le istituzioni dovrebbero ricoprire.
Dove sono il senso di responsabilità, la prontezza nel celebrare l'eccellenza italiana e il decoro che ci si aspetterebbe da chi rappresenta il Paese? Questa assenza è una scelta che comunica disinteresse, lasciando un vuoto imbarazzante e un'amara sensazione di occasione persa. Il successo di Sinner è un patrimonio collettivo, non un affare privato da festeggiare «quando lui sarà pronto, quando lui potrà, quando lui vorrà». La prontezza e la volontà dovrebbero essere delle istituzioni, non dell'atleta.

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