di Paolo Brondi
(Commento a G. Vannini, Ricordi, a tenermi compagnia, PL, 30/5/16)
L’esperienza
del “quando me ne andrò” serve per penetrare nel profondo della vita. Un andar
via come sentimento vivo, trasparente, transitivo, attraverso cui scrutare i
segni interiori del vivere umano. E’ un sentimento scrutato dentro la vita,
dietro le fibre erose dell’essere del tempo e dei ricordi: una sorta di
percorso di esperienze di identità o specchio temporale in cui si squaderna il
senso di una ricerca dell’anima e, molto probabilmente, anche di una vicenda
poetica.
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